Pd, definito l’organigramma
Tutto come da previsioni. Il vertice dell’altra sera tra Ds e Margherita ha confermato gli assetti per il gruppo consiliare e la segreteria cittadina. Flora Bomben guiderà il Partito democratico in municipio, mentre Walter Manzon diverrà il coordinatore cittadino del movimento. Il passaggio in tre tappe: domenica si terrà l’assemblea del Partito democratico che voterà l’elenco di 40 componenti della direzione cittadina; il giorno dopo, alla fine del consiglio comunale, ci sarà la costituzione del gruppo in aula; tra una settimana la nomina del responsabile cittadino.Per quanto riguarda il gruppo consiliare sarà formato da nove rappresentanti politici: i tre consiglieri diessini Walter Manzon, Marcello Passoni e Nicola Conficoni; i quattro della Margherita, ovvero Flora Bomben, Elio Rossetto, Calogero Lo Pipero e Matteo Bozzer; i due civici, ossia il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Romor (che apparteneva al Fiume) e Francesca Cardin (che lascerà la carica di capogruppo di Vivo Pordenone). Il Fiume resterà il primo gruppo in consiglio comunale e includerà il sindaco, Sergio Bolzonello, che, almeno in questa prima fase, non aderirà al Pd all’interno dell’emiciclo comunale.Passaggi che non mancano di creare malumori, come quello espresso dal consigliere comunale del Fiume Piervincenzo Di Terlizzi, eletto all’assemblea nazionale nella lista di Enrico Letta, il quale annuncia che non parteciperà al congresso di domenica. «Se la struttura organizzativa locale – afferma – replica una struttura gerarchica concepita su base nazionale, e quindi essenzialmente basata sulla rappresentanza del marchio, le cose non funzionano più bene. Ed è quanto sta succedendo. Il Pd non si è strutturato per tener conto dei livelli e dei modi diversi di aggregazione e di partecipazione politica; non si è dato forme di vitalità periferica meglio connotate e aperte. Il Pd, a livello locale – continua – nasce con un modello che è quello proprio dei partiti fondatori, un sistema che non ha funzionato. Pertanto, mi dispiace molto, ma no: il mio modo di vivere e partecipare alla politica nel territorio in cui vivo ha storia e modalità altre, da social network e non da gerarchia; finché le cose non sono chiarite, da questo punto di vista, il Pd avrà certo il mio voto da elettore alle politiche, ma non la mia adesione per un incasellamento in tessera». (s.p.)
Messaggero Veneto – PORDENONE
09 febbraio 2008