EMERGENZA SCUOLA. Gli errori del centrodestra e la mancata pianificazione della Provincia
Alle medie poi, con la ristrutturazione di alcune cattedre, stiamo per assistere a dei veri paradossi: l’informatica è stata tolta dall’insegnamento dell’educazione tecnica con buona pace di una delle famose “i” di berlusconiana memoria; l’insegnamento dell’Italiano poi è stato ridotto, mentre addirittura la Lega inneggia all’insegnamento del dialetto, e questo ovviamente creerà un danno per i ragazzi stranieri, per i quali l’italiano è uno degli elementi base per l’inserimento professionale, sociale e culturale, anche a beneficio del loro nucleo familiare. Con assoluta miopia politica, la direzione sembra perciò quella di far restare ai margini chi contribuisce ormai in modo decisivo al buon funzionamento del nostro sistema paese.
La strategia del “raschiare la pentola”, imposta da Tremonti all’avvocato Gelmini, sta poi per far uscire allo scoperto un bel buco di fondo: l’assenza di ore a disposizione nelle singole scuole infatti impedirà di realizzare le coperture dei servizi con l’indispensabile flessibilità. Questo non varrà solo per le supplenze brevi, di cui probabilmente pagheranno le conseguenze le famiglie con entrate ed uscite da scuola in orario anticipato, ma anche per servizi indispensabili, come ad esempio la copertura dell’ora alternativa all’ora di religione, per la quale di fatto non vi sono ore a disposizione. Chi assisterà i ragazzi?
A creare guai alle superiori infine ci ha pensato l’amministrazione provinciale. Da settimane infatti sentiamo dibattere nei giornali sulla locazione di 13 classi del Liceo Leopardi-Majorana. E’ questo un fatto grave, dal momento che, come tutti sanno, i dati relativi alle iscrizioni con i relativi fabbisogni di aule sono noti dal mese di marzo. Di fatto cinque mesi di tempo non sono stati impiegati per risolvere una questione che è di programmazione, scaricando il tutto solo a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, a quanto pare senza neppure avere a disposizione delle vere soluzioni che tengano conto dei legittimi bisogni dei diversi Istituti. Visto e considerato che gli stessi lavori di riqualificazione al Centro Studi sono stati programmati dalla medesima amministrazione e sostenuti dal medesimo ufficio, c’è dunque da domandarsi: chi era preposto alla pianificazione cos’ha fatto in questo tempo? A cosa stava pensando invece che risolvere i problemi a tempo dovuto? Inutile nascondere che, come sostenuto già dal mese di agosto dalle diverse rappresentanze del Mattiussi, non deve essere l’ITC a pagare questa evidente mancanza da parte della Provincia.
Giorgio Zanin