Le nuove forze devono guadagnarsi la credibilità amministrativa.
due candidati sindaci (Zanolin con la
nuova lista civica “Il Ponte” e Alberto Rossi per API) che non si sono ancora schierati in modo definitivo nel
riferimento maggioritario degli schieramenti politici (centrosinistra e centrodestra) e anzi preferiscono
rimetterlo in discussione; dal centrodestra ancora incertezza se il candidato sarà unico (Pedicini) oppure
plurimo; l’incertezza è per ora almeno un segnale di pluri-volontà.
Aldilà di tutte le considerazioni che possono giustificare sul piano politico le differenze identitarie tra le
personalità che si contenderanno la carica di primo cittadino, la cosa che balza all’occhio è proprio la
presenza di molte” “identità”. E quando sono molte, in un città di media dimensione come Pordenone,
rischiano di diventare personalismi.
Personalmente, ho accolto con interesse la scelta positiva e costruttiva dell’Italia dei Valori e di SEL, che
hanno deciso di condividere la loro rincorsa amministrativa con un’unica candidatura.
Dalla sua invece il Partito Democratico, già al lavoro con gli alleati di coalizione sulla costruzione del
programma amministrativo per il prossimo mandato, rimane impegnato in un progetto di rinnovamento di
città che è cominciato 10 anni fa e che ha prodotto una radicale trasformazione in positivo del tessuto sociale,
culturale e strutturale di Pordenone. E’ una trasformazione che vogliamo assuma carattere permanente: il
buon governo ha bisogno di continuità e, quando è necessario, anche di affermazioni di identità politiche
ampie. E’ su ciò che il Partito Democratico ha puntato e punterà: su Claudio Pedrotti, che incarna e anima al
meglio lo slancio in avanti di un gruppo di amministratori oramai esperti e affidabili; su un’amministrazione
che viene da distante, che ha saputo governare e produrre risultati che sono davanti agli occhi di tutti anche
in questi ultimi anni, in cui il solido sostegno regionale è venuto meno per una scelta politica e contingente.
Tutte le altre forze debbono invece guadagnarsi il pane della credibilità amministrativa, proponendo ai
cittadini matrici di sviluppo in grado, se non di migliorarla, almeno di salvaguardare l’idea che di Pordenone
oramai ci si è fatta: aperta, solidale e che guarda con coraggio ai suoi limiti, per cambiare sperimentaando,
impegnata nelle sfide del rinnovamento, ma contenta e gelosa dell’identità che si è costruita in questi 10
anni.
Da parte mia i più ampi incoraggiamenti e auguri a tutte quelle forze che, all’interno del centrosinistra,
vorranno e riusciranno in quel poco tempo che resta ad accreditarsi come forze vitali e in grado di
interpretare la città in evoluzione.
Walter Manzon
(Segretario del Circolo Pordenonese del Partito Democratico)