Mitragliette o doppiette?
LE NORME ANTI-JIHAD CHE IL MINISTRO BOICOTTA
di Gianluca Di FeoLa santa alleanza tra Matteo Salvini e la lobby delle armi ha un bersaglio principale: evitare le restrizioni della nuova normativa europea. Il ministro dell’Interno l’ha definita «demenziale delibera che complica la vita a chi vuole andare a sparare al poligono o detiene regolarmente armi per uso sportivo o per difesa». Il vicepremier ignora che le regole volute dall’Europa riguardano soprattutto i fucili d’assalto e le mitragliette tipo kalashnikov, M4 o Skorpion e non le doppiette da caccia o i revolver per proteggersi dalle rapine. E che a renderne urgente l’approvazione sono state le indagini sul terrorismo islamico. Molte delle stragi jihadiste a Parigi e in Belgio sono state compiute usando fucili d’assalto provenienti proprio dai poligoni privati e dalle forniture per collezionisti.
In particolare, l’inchiesta sul massacro di Charlie Hebdo ha ricostruito l’origine dell’arsenale dei fratelli Coulibaly: mitragliatori Cz 58 “demilitarizzati” ossia non più funzionanti, venduti online da un negozio slovacco a una ditta belga e quindi ceduti a una società francese. Poi modificati per renderli capaci di sparare a raffica. E chi c’era dietro questo traffico? Claude Hermant, un ex pugile ed ex membro del servizio d’ordine del Fronte Nationale, fondatore di un gruppo di estrema destra affiliato al Blocco Identitario. Hermant si è vantato di essere stato un agente provocatore, ma ha negato di avere modificato quei mitragliatori e di averli dati ai jihadisti.
Gli appassionati di tiro dicono sempre che “non sono pericolose le anni, ma le persone che le usano”. Giusto. E l’obiettivo del regolamento europeo è proprio limitarne la diffusione per impedire che finiscano in mani pericolose, incluse quelle dei terroristi.
D’altronde la nostra storia ha un precedente drammatico: la Skorpion usata dalle Brigate Rosse per uccidere Roberto Ruffilli, Lando Conti e Ezio Tarantelli proveniva dalla collezione lecita del cantante Jimmy Fontana. Una lezione chiara: solo diminuendo le armi in circolazione si può avere maggiore sicurezza.