Hera: Comuni Fvg abbiano ruolo in società di servizi
SERRACCHIANI: NO A MERE OPERAZIONI FINANZIARIE / SHAURLI: DIPIAZZA GIOCA A RISIKO / VENANZI-PIRONE: FONTANINI CHIARISCA IN CONSIGLIO COMUNALE
“Le multiutility sono società nate dai territori per dare servizi ai territori e non possono diventare mere pedine di operazioni finanziarie fatte sulla testa dei cittadini, che per quei servizi pagano, e neanche dei lavoratori, che quei servizi forniscono. Le amministrazioni comunali hanno dei doveri di trasparenza e devono rendere conto delle informazioni che ricevono e delle posizioni che prendono rispetto alla possibile perdita di rappresentanza in una nuova società, in cui sarebbero conferite le attività delle ex municipalizzate di Padova, Trieste, Udine e Gorizia, che hanno dato vita a AcegasApsAmga. La proposta di un vertice dei sindaci coinvolti nella gestione AcegasApsAmga è molto opportuna e crediamo vada sostenuta e accompagnata, anche da parte dei presidenti delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il pubblico non può rinunciare a essere presente nella governance di società strategiche cui partecipa e dove deve avere potere d’indirizzo: questo è un tema di attualità sempre più pressante al quale vogliamo dedicare massima attenzione, soprattutto in questo periodo di difficoltà”.
Lo affermano i deputati del Pd Debora Serracchiani e Alessandro Zan, commentando la manifestazione di interesse presentata da Hera per proporsi come socio industriale della nascente multiutility del Veneto determinata dalla fusione fra Agsm Verona e Aim Vicenza. L’offerta comprenderebbe la cessione di parte sostanziale delle attività di AcegasApsAmga, partecipate dai Comuni di Trieste, Padova, Udine e Gorizia.
Il segretario regionale Cristiano Shaurli si sofferma sul capoluogo regionale “dove – rileva – Dipiazza gioca a Risiko con le multiutiliy, fa lo stratega tra Bologna, Brescia e Verona e intanto riconosce che non sa quel che accadrà. Peccato che lui dovrebbe essere tra quelli che danno un indirizzo agli eventi, che almeno tenta di farsi sentire, che parla con gli altri sindaci e con il governo amico regionale per evitare che la governance della multiutility siano strappate a Trieste, e con quella soprattutto le scelte di servizi essenziali per i cittadini. Non pervenuto se in CdA di Hera Spa si sia fatta sentire la voce di Federica Seganti, che là siede con qualche mandato di Fedriga, si suppone”.
“Questa è un’operazione che deve essere discussa nella massima trasparenza e nel massimo interesse per la città: chiediamo che il sindaco venga a relazionare al più presto al Consiglio comunale e faccia chiarezza sulle intenzioni della sua amministrazione”. Così i capigruppo nel Consiglio comunale di Udine, Alessandro Venanzi (Pd) e Federico Pirone (Progetto Innovare), a proposito del possibile riassetto societario che priverebbe il Comune di Udine di una presenza nella governance della multiutility che nascerebbe da un accordo tra Hera Spa, Agsm Verona e Aim Vicenza.
“La politica è un servizio alla propria comunità per il perseguimento del bene comune che – spiegano Venanzi e Pirone – va svolto con coerenza: su alcuni temi importanti stiamo invece assistendo a un cambio di posizione da parte del centrodestra che lascia sbigottiti. Perché non hanno cambiato idea solo sulla pedonalizzazione di Mercatovecchio ma anche sulla famosa fusione tra AcegaApsAmga spa e Hera spa”.
I due esponenti del centrosinistra ricordano che “era uno degli argomenti più contrastati e contestati dalla destra di questa città negli ultimi anni, con nasi da pinocchio, cartelli con su scritto “basta bugie”, esposti in procura, fino alle bordate dell’allora presidente della provincia Fontanini che annunciava un’altra batosta economica per il Friuli e un danno economico per il nostro territorio. Ma solo le pietre e gli asini non cambiano mai idea e – puntualizzano Venanzi e Pirone – per fortuna al governo della città non ce ne sono: ora lo stesso sindaco e la stessa maggioranza, gongolando dietro i 4 milioni di euro annui di dividendi e i risultati raggiunti a seguito di quell’operazione (dalla valorizzazione del patrimonio e delle azioni del Comune, alla salvaguardia dei posti di lavoro, alla qualità dei servizi ambientali, di distribuzione e gestione energetica e di illuminazione pubblica offerti) sono favorevoli, senza batter ciglio, ad un allargamento del mercato a Verona e Vicenza e – concludono – alla ventilata perdita di un consigliere di amministrazione designato dal comune di Udine”.