22 Gennaio 2021

Crisi di Governo: «Siamo a un bivio»

SHAURLI AL MESSAGGERO VENETO: CITTADINI E AZIENDE ATTENDONO RISPOSTE

«Il Governo è a un bivio: se questa maggioranza nasce solo per evitare l’arrivo dei sovranisti e di Salvini credo sia un’ambizione insufficiente, se invece questa maggioranza, con persone nuove, rappresenta una prospettiva di coalizione europeista che guarda al 2023 ed oltre, dobbiamo dare tutto quello che abbiamo convintamente». Cristiano Shaurli, il segretario regionale del Partito democratico, usa una metafora per illustrare la fase delicata in cui si trova il Governo Conte con la maggioranza relativa al Senato.

Facciamo un pronostico, la maggioranza di governo quale strada percorrerà?

«Voglio credere che andremo verso un Governo europeista che in qualche modo possa anche superare gli schemi consolidati del passato».

Cosa intende per schemi consolidati del passato?

«C’è un fronte progressista ed europeista che va al di là delle categorie di destra, centro e sinistra, se non vogliamo ce dere a sovranismi e populismo e vogliamo invece che Biden ed il resto del mondo guardino all’Europa come a un soggetto credibile e forte credo si possano trovare attorno a un tavolo tutte le forze che la pensano in questo modo».

Anche se alcuni di questi parlamentari hanno cambiato casacca?

«Onestamente in una democrazia parlamentare è troppo semplice dare del volta gabbana alle persone, non dimentichiamo che tutti i componenti del gruppo di Italia viva sono stati eletti nel Pd. Funziona così, non mi stupisce che ci siano dei cambiamenti: il dato vero è capire se chi ha dato la fiducia al Governo l’ha fatto perché condivide il progetto politico o se invece ha votato “sì” solo per salvare il proprio seggio in Parlamento. Quest’ultima sarebbe una manovra di piccolo respiro»

Tra i costruttori o responsabili c’è anche Tommaso Cerno, il senatore friulano eletto in Lombardia e rientrato dal Misto nel Pd?

«Spero che Cerno sia davvero un costruttore e quindi continui ad esserlo per un periodo di tempo lungo che consenta di considerarlo tale».

Se il Governo cadrà quali conseguenze dovrà aspettarsi la nostra regione?

«Nel momento in cui in gioco c’è l’utilizzo delle risorse più imponenti messe a disposizione dall’Unione europea per il rilancio dell’economia, stiamo parlando di 209 miliardi di euro ricevuti anche grazie al Pd, il tema non è il Friuli Venezia Giulia bensì i cittadini di questa regione».

La maggioranza allargata sarà in grado di giocare al meglio questo partita?

«Se il Governo in carica non è in grado di gestire questa partita è giusto che vada a casa. La maggioranza deve avere capacità e orgoglio per gestire al meglio questa fase, non c’è un minuto da perdere bisogna dare risposte ai cittadini, famiglie e imprese».

In che modo?

«Nel breve continuando ad affrontare la pandemia con coerenza, la campagna vaccinale che non lasci indietro nessuno poi con la ripartenza economica. Una ripartenza che avrà bisogno di nuove basi tra cui la sostenibilità ambientale e sociale, dare in mano l’Italia ai sovranisti significherebbe tornare in una visione ottocentesca».

È sempre convinto che il Mes vada utilizzato?

«Certamente, andava preso subito per ammodernare la sanità. E un’occasione che si può ancora sfruttare».

C’è una cosa che l’ha colpita di questa crisi?

«L’assoluta incomprensione delle motivazioni che hanno portato alla crisi di governo nel momento che stiamo vivendo».

Come lei anche i cittadini non capiscono, non c’è il rischio di alimentare la disaffezione verso la politica?

«Spesso la politica ha messo prima delle sorti del Paese il consenso del proprio partito o i destini individuali, mai come ora è il momento di fare il contrario: meno calcoli e propaganda e più risposte da dare ai cittadini e al futuro del Paese».

(Giacomina Pellizzari, Messaggero Veneto, 22 gennaio 2021)

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