Udine: un dibattito serio per il territorio
SHAURLI, SANTORO E VENANZI REPLICANO AL SINDACO FONTANINI
Per definirsi capitale del Friuli bisogna prima dimostrare di meritarselo. Non sarà certo una polemica piena di banalità e frasi fatte, innescata contro il presidente del Consiglio regionale Zanin da parte del sindaco più immobile e incapace di far sentire la sua voce, a far fare passi in avanti a Udine e al Friuli. Il fallimento di un’intera classe dirigente e di una politica che si nasconde dietro al conflitto è emerso proprio quando non ha più potuto sguazzare tra campanili e antagonismi, proprio quando dalle polemiche “contro” si doveva passare alle idee e alle prospettive future del territorio.
Udine, il Friuli, paiono giocare in questi ultimi anni un ruolo di secondo piano, paiono patire alleanze fra Trieste e Pordenone. Il divario vero sta nella risposta che si vuole dare: richiudersi in se stessi, nei simbolismi o addirittura nei marchi, come se la competizione fra “Io sono Fvg di Fedriga e il “Friul di Pieri possa portare qualcosa.
Possiamo ancora piangere la mancanza della Provincia senza chiederci quanto manchi a cittadini ed imprese.
Possiamo dopo due anni e mezzo di nulla della Lega ancora scaricare sulla giunta Serracchiani. Sarebbe semplice ricordare i 56 milioni per la ristrutturazione del nodo ferroviario di Udine, che ha già permesso lo spostamento in cintura dei treni merci e che, completato, permetterà la riqualificazione del traffico ferroviario in città. Sarebbe comodo ricordare che Fontanini e Pizzimenti hanno pomposamente stracciato l’accordo con RFI dichiarandolo insufficiente e, ad oggi, sostituendolo con niente. Sarebbe facile ricordare che credendo in un Friuli industriale e manifatturiero si è rafforzata la dorsale ferroviaria da Porto Nogaro a Osoppo e si è inserito il raddoppio della Udine Cervignano, un progetto finanziato e in avanzato stato di attuazione come segmento indispensabile per l’asse strategico Nord Sud insieme ai nuovi scali ferroviari a Cargnacco, a servizio della Ziu: interventi logistici veri che guardano al futuro e permetteranno anche la restituzione alla città di un’immensa area verde.
Ma ora è giunto il tempo di guardare avanti, di individuare e rivendicare vocazioni, idee e progetti. E’ giunta l’ora ma di capire veramente se Udine sa e vuole essere ancora capitale del Friuli, non di dichiararlo vanamente. E’ giunta l’ora di ricordare e ricordarsi che la Ziu Ziac è la più grande realtà industriale della Regione, che il nostro Ateneo e i centri collegati possono farci diventare snodo dell’innovazione regionale, complementare alle vocazioni di altri territori. E’ giunto il tempo di trovare nuovi e meno stanchi interlocutori anche fra le categorie e la società civile.
Fontanini che esce dal letargo è comunque una notizia positiva: alzi la cornetta e chiami l’amico di partito Fedriga prima che i buoi, cioè le priorità del Recovery plan, siano ampiamente scappati. Chi ha memoria storica ricorda ancora la forza con cui Cecotti ricordava ad Illy le esigenze del Friuli. Non speriamo tanto ma almeno rendiamoci conto che i comuni contermini “di cintura” già si stanno organizzando in comunità, escludendo volutamente la città di Udine che si dichiara capitale, rendiamoci conto che da Udine, insieme all’università, può e deve partire un appello a pensare e disegnare il Friuli del futuro. Un futuro che non può che partire dalla città ma riguarda Aquileia come Cividale come Codroipo, riguarda gli assi logistici strategici e le tante aree interne e periferiche di questo territorio.
Ci pare di ricordare che Fontanini sia il sindaco di Udine. Se vuole giocare ancor con simboli araldici e patriarcati crediamo che strapperà l’ennesimo sorriso a Trieste e Pordenone. Se invece vuole aprire insieme a tutti un dibattito serio nell’interesse di questo territorio e quindi dell’intera Regione, che del Friuli non può fare a meno, il Partito Democratico è a disposizione.
Testo dell’intervento firmato dal segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, dalla consigliera regionale Mariagrazia Santoro e dal capogruppo comunale Pd di Udine Alessandro Venanzi, pubblicato sul Messaggero Veneto del 29 gennaio 2021.