Governo: un bicchiere mezzo pieno
UN COMMENTO DI SALVATORE SPITALERI
Se dovessimo giocare al bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, propenderei senza dubbio per quello mezzo pieno, che la sola figura di Draghi consente essere di una ottima qualità. La compagine dei ministri è buona, a prescindere da antipatie o simpatie e frutto di una non semplice ricerca del vero dato che pare emergere alla fine: non si tratta di un governo “elettorale” o di emergenza, ma di un governo che vuole realmente traguardare alla fine della legislatura, che ha necessità di tempo per svolgere la sua azione. Lo si legge nel mix di tecnici di assoluto valore che non lasciano per pochi mesi o per tentare la strada politica i propri impegni, lo si legge in quel sapiente dosaggio, forse da manuale Cencelli, nella compagine politica: tutto pare essere pensato per una non breve traversata. Qualcuno storcerà il naso perché vi è una deriva a destra o viceversa perché vi è troppo continuismo con il governo precedente, ma, lo sanno le nostre mamme, la minestra la fai con gli ingredienti che trovi in dispensa. Così si tiene legata la parte governativa ed europeista della Lega (dando due portafogli di assoluto peso economico), lasciando a Salvini semplicemente un megafono ma nulla di più; si riconsegna centralità a Gianni Letta invece che a Ghedini (assicurando con Brunetta la interlocuzione anche politica in campo economico); si stabilizza il PD e le sue anime nella supplenza ad un Segretario troppo debole, che non riesce neanche a imporre un minimo equilibrio di genere; si garantisce ai 5stelle una visibilità e una durata della legislatura per il suo gruppone di parlamentari. Poi ci sono alcuni segnali importanti e non scontati: la Presidente Cartabia alla Giustizia, forse uno dei veri grandi malati del nostro sistema, e il prof. Giovannini, il fautore dello sviluppo sostenibile, alle infrastrutture. Sono due segnali importanti perché, accanto al gruppo tecnico per il recovery, di assoluta fiducia del Premier, danno la cifra dello stile del riformismo di Mario Draghi: in due settori delicati si sceglie un metodo che alla competenza unisca la capacità di dialogo, la vocazione al confronto, la qualità non ostentata.La conferma, da un lato, del ministro Lamorgese agli Interni, e dall’altro, di Speranza alla Salute, che confidiamo sia liberato da un Commissario ingombrante e spesso pasticcione, e della Bonetti alla Famiglia, dice anche che, al netto del “contismo”, il governo precedente aveva del buono. Due osservazioni, a margine, riguardano il centrosinistra: lasciato lì, come una cosa posata e dimenticata, il sogno di Bettini di una magmatica cosa giallorossa, guidata da un novello uomo della provvidenza, rimane tutto da costruire il prossimo progetto politico per il 2023, con la proposizione di un nuovo e diverso concetto di campo largo, che guardi alle cose da fare, che rifugga da un romanocentrismo di sottogoverno, che prima che sbandierare principi si impegni su effettive politiche di sviluppo e giustizia sociale. Questo vorrà dire, per i territori, un dovere ed una capacità di manovra del tutto inediti. Se sarà possibile, di questo parleremo ancora. Buon sabato a tutte e tutti.
Salvatore Spitaleri