I sassolini di Salvini e Fedriga
UN COMMENTO DI SPITALERI AGLI ATTACCHI DELLA LEGA CONTRO IL GOVERNO DRAGHI
La cosa peggiore che un politico può fare è sottovalutare il proprio avversario e confondere un’azione politica per un drink al Papetee.
I sassolini che Salvini, Fedriga e gli altri dirigenti leghisti hanno disseminato, dopo aver accettato obtorto collo di sostenere il Governo Draghi, disegnano un sentiero chiaro e definito che ha un solo punto di sbarramento: il semestre bianco e l’elezione del nuovo Presidente del Presidente della Repubblica.
La Lega non può permettersi di arrivarci così, e quindi forza in ogni occasione e in ogni luogo: forza a piè sospinto nella dialettica all’interno del Governo, mantiene alta la tensione in Parlamento (dal ddl Zan, al tema PNRR, alle politiche sul lavoro, agli ammiccamenti a Putin in politica estera), ha conquistato la Presidenza della Conferenza Stato-Regioni che utilizza come piuma o clava a piacimento (e i sedicenti “governatori” di centrosinistra che fanno?).
La temperatura è aumentata quando Enrico Letta se ne è uscito con un grande patto per il rilancio sul modello di Ciampi 1993. E’ evidente che chi contrae questo patto poi difficilmente si svincola dalle altre partite, a partire dalla condivisione del nuovo Presidente della Repubblica.
Il tentativo di Salvini, Fedriga e compagnia è chiaro: le elezioni politiche, le elezioni politiche al più presto, per frenare la competizione dentro l’alleanza di centrodestra, per capitalizzare al massimo l’inevitabile malcontento del post-pandemia, per gestire a proprio uso e consumo le risorse europee, per approfittare del prossimo tramonto di Angela Merkel e dei piccoli disastri in tema di vaccini della von der Leyen per indebolire un’Europa multilaterale e atlantista.
La partita è assolutamente legittima, basta che tutti ne siano pienamente avvertiti.