La Regione: incarico prioritario o tappa intermedia?
UNA RIFLESSIONE DI RENZO LIVA SUI PRESIDENTI ZAIA E FEDRIGA
C’è modo e modo di occuparsi della propria Regione, assumendola come incarico prioritario o come tappa intermedia.
Si sia d’accordo o no con le sue scelte, in Veneto hanno un presidente che con ogni evidenza è concentrato sull’interesse della sua Regione e guarda al suo futuro puntando all’eccellenza, si tratti di sanità o di economia. Ieri abbiamo visto la ‘squadra’ scelta da Zaia per il Comitato tecnico strategico (Cts) di Veneto Sviluppo. Undici docenti universitari, scienziati, superesperti per “immaginare, dopo la cesura pandemica, il Veneto che verrà”. Insomma le migliori teste disponibili in regione per ridisegnare il modello economico e sociale post pandemia.
In Friuli Venezia Giulia è diverso. Nonostante aperture e inviti continuamente lanciati dal Pd alla Giunta perché si decidesse ad aprire tavoli, a coinvolgere, a mettere insieme le energie migliori per pensare e programmare il futuro a partire dal Pnrr, da noi sono oltre tre anni che si bordeggia a forza di Leggi Omnibus, emendamenti di Leggi Omnibus, Manutenzioni, Finanziarie e Assestamenti di Bilancio di ordinaria amministrazione.
Chiariamo. Se oggi ci sono tanti soldi non è per merito di Fedriga, ma del Governo e dell’Europa, se vogliamo anche di un paio di signori chesi chiamano Gentiloni e Sassoli. Hanno fatto il loro dovere. E hanno dato la possibilità al presidente Fedriga (che paventava di non riuscire a pagare gli stipendi di impiegati, infermieri e medici) di leggere il resoconto di Bankitalia che spiega come i provvedimenti assunti durante l’emergenza siano stati positivi e decisivi per affrontare l’emergenza e preservare il nostro sistema economico, sociale ed istituzionale.
In passato c’è stato chi ha rispettato il Patto di Stabilità, ridotto il debito pubblico, salvato Banca Mediocredito oggi in dismissione. E così oggi la Regione può indebitarsi nuovamente e finanziare opere pubbliche, senza inventare alcunchè come nel caso del Ponte sul Meduna, limitandosi a fare quanto si sarebbe già fatto se il Centrodestra negli anni passati non avesse dirottato altrove le risorse.
Ma, al di là delle scelte, la sensazione netta è che circondarsi dei migliori (a partire dalle Partecipate), fare squadra nell’interesse comune, concentrarsi sulla propria Regione per traguardarla fra 10 -15 anni, non pare una priorità del presidente Fedriga. Pare gli interessi di più il tema della Federazione del Centrodestra. Peccato.