Partecipate Fvg: Zilli conferma che non c’è strategia
LIVA: CRITICITA’ MEDIOCREDITO, “CASO CIVIBANK”, INSIEL, PROGRAMMAZIONE UE
“Le ragioni portate dall’assessor Zilli per lo smantellamento di Mediocredito Fvg sono la conferma che davvero la Giunta Fedriga non ha una strategia del credito per la Regione: la partecipazione pubblica è strategica nella misura in cui il pubblico fa valere il suo ruolo. È chiaro che non può esserci strategia né visione, se verso gli Istituti in cui si siede c’è disinteresse e mera preoccupazione di fare nomine di vertice, neppure ‘di peso’, e in definitiva di fare consenso. Se poi si esce da Mediocredito per raccogliere 26 milioni e metter su un’altra società in house che farà lo stesso, si commenta da sé”. È la replica del responsabile Economia del Pd Fvg Renzo Liva alle dichiarazioni dell’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, rese al Piccolo e al Messaggero Veneto in merito alle società partecipate dalla Regione.
“Riguardo all’Opa di Sparkasse su Civibank – continua l’esponente dem – accogliamo la posizione ‘personale’ dell’assessore Zilli, ma vorremmo sapere se coincide con il giudizio della Giunta Fedriga o almeno della Lega. Anche noi abbiamo massimo rispetto per il libero mercato, e non interveniamo a fare il tifo per un istituto o l’altro. Resta il dato di fatto che l’autonomia nella gestione del credito in Fvg dopo l’acquisizione sarà diversa da prima”.
“Annunciare che i consiglieri regionali saranno coinvolti come ‘uditori’ nella partita della Programmazione europea 21/27 – aggiunge Liva – è poco più di una boutade, e rivela la considerazione che questa Giunta ha per la sua stessa maggioranza consiliare, deputata a ubbidire e votare”.
“È una fortuna che il porto di Trieste sia una partita nazionale su cui la Regione non mette bocca – sottolinea Liva – è ed merito del centrosinistra se abbiamo in Fvg un’infrastruttura di rango europeo che si interconnette col sistema logistico regionale. Quando ci si mette la Giunta Fedriga o i feldmarescialli locali la musica cambia, sbocciano ovovie”.
“Rimane aperto il buco nero di Insiel di cui – conclude il dirigente Pd – si son perse le tracce e si ignora quale apporto abbia offerto e offrirà a fronte delle decine di milioni che costi che comporta, rispetto all’obiettivo della digitalizzazione della sanità della sanità e della pubblica amministrazione, sia in riferimento alla pandemia che al Pnrr“.