Sanità: allarme da sindacati medici
ROJC: LA FUGA DEL PERSONALE DALLA SANITA’ PUBBLICA NON E’ STATA ARIGINATA
“Non possiamo rassegnarci. I sindacati dei medici, che sono gli stessi professionisti che ci salvano la vita nelle emergenze, lanciano allarmi da troppo tempo e continuano a essere sentiti come un rumore fastidioso per chi guida la sanità regionale”. La senatrice Tatjana Rojc (Pd) interviene dopo che il sindacato degli anestesisti rianimatori del Friuli Venezia Giulia ha lanciato un allarme davanti al fenomeno dell’ingresso dei privati, sempre più con un ruolo da protagonisti, nello scenario sanitario pubblico.
“A livello nazionale aspettiamo con legittimo scetticismo – continua la senatrice – che diventino fatti le parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha detto addirittura di voler «battersi fino all’ultimo» per scongiurare la morte del Ssn. Ascolti il coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini e faccia tutto il possibile per incrementare il fondo sanitario nazionale, che è la metà di quello dei più avanzati Stati europei. I documenti del Governo vanno nel senso opposto”.
“Noi che in Fvg la sanità la paghiamo con risorse nostre siamo in pieno cortocircuito – scandisce Rojc – col pubblico che finanzia il privato per riempire i buchi creati dallo stesso privato, o da altre regioni, che pagano di più e si prendono il personale. Ci chiederemo come mai le strutture private non hanno problemi a trovare il personale per fornire servizi al posto del sistema pubblico? Chi foraggia quel privato per metterlo in condizione di fare quel che il Ssr non riesce a fare? La fuga del personale medico dalle strutture pubbliche non è stata arginata in nessun modo. Si fanno progetti per ospedali avveniristici: andando avanti così – sottolinea la senatrice – si finirà per dare in appalto i reparti a soggetti privati. Lo spirito della sanità pubblica e universalistica sta venendo eroso ogni giorno, ogni volta che un esame non viene fornito in tempi congrui o si chiudono le liste d’attesa senza nemmeno dare una data per il paziente, ogni volta che un medico del servizio pubblico incontra un gettonista privato pagato 100 euro l’ora”.