26 Maggio 2023

Che fare in Comina? Prima le idee, poi i luoghi

RIFLESSIONE DI RENZO LIVA SUI PROGETTI DI CONURBAMENTO NELL’AREA PORDENONE

Speriamo tutti che in questi giorni si eviterà il fallimento del Pordenone Calcio, ovvio. Ma la brusca battuta d’arresto sia anche occasione per riflettere a raggio più largo, magari partendo dallo stadio inevitabilmente legato alla squadra che dovrebbe essere il suo primo traino. A quanto si sa, dovrebbe sorgere in Comina, tramontata l’idea del nuovo ospedale.

Ora, la Comina è la zona a nord di Pordenone, quella più verde e non esondabile, che apre la città verso le montagne. Non a caso via Montereale, il viale alberato dove si costruirono l’ospedale e le caserme con le abitazioni per i graduati e le loro famiglie, era la parte più ambita e moderna della città. Per motivi che nulla hanno a che fare con ponderate scelte urbanistiche e di sviluppo, la città di Pordenone si è sviluppata, con residenze e commercio, dalla parte opposta, a sud dove le esondazioni del Noncello potevano sommergere strade, parcheggi, cantine. Si trattò di una scelta “calata dall’alto?” Diciamo che alto e basso si incontrarono e forse non fu la scelta migliore.

E’ la lezione che ho ascoltato anni addietro dall’indimenticato professor Guido Porro in Consiglio Comunale a Roveredo. Io ero giovane consigliere d’opposizione, lui era già stato amministratore a Pordenone, in maggioranza e capogruppo della D.C.  All’epoca in Atap si proponeva di togliere il servizio pubblico di autobus “urbano” a Roveredo perché la zona della Comina che lo congiunge con Pordenone era troppo poco densamente abitata e rendeva la corsa troppo costosa. La reazione del prof. Porro fu veemente e come opposizione non potemmo che seguirla. L’autobus urbano rimase.

Negli anni successivi, invece di ragionare intorno alla conurbazione di Pordenone e alla Comina in questa ottica e dimensione, mettendo insieme sviluppo, ambiente, residenzialità, qualità della vita e mobilità, si è pensato alla Comina come ad una soluzione comoda per Pordenone. Stop. Il carcere dove lo mettiamo? verso la Comina al confine con Roveredo. L’ospedale dove lo mettiamo? in Comina. La nuova caserma green dove la mattiamo? In Comina? Lo stadio dove lo mettiamo? In Comina. La Gronda nord per togliere il traffico a Pordenone dove la facciamo passare? in Comina.

Non serve entrare nelle singole questioni, né rinfocolare polemiche ormai superate. Ma la vicenda del nuovo stadio che a seguito delle vicende sportive e finanziarie della società Pordenone Calcio forse è tramontata nella sua fattibilità e localizzazione, consenta almeno di riaprire una discussione e un confronto sull’area del conurbamento di Pordenone, del ruolo del Capoluogo e del Comuni contermini, della valorizzazione di un’ampia rete di relazioni istituzionali, economiche, ambientali, naturalistiche, industriali, logistiche e culturali che la vocazione di quest’ampia parte di area vasta consente.

Ripartiamo dalla progettazione e programmazione, dalle idee anziché dal trovare il “posto“ per necessità del momento.  Si sente, insomma, un gran bisogno di tornare a discutere e a coinvolgere le comunità e le istituzioni intorno a “progetti” di innovazione e futuro. Il PNRR, infondo, doveva essere questo e purtroppo non lo è stato nemmeno da noi nel Pordenonese.

Nostalgia per i tempi gloriosi del PUIAP tra gli anni 70 e 80? No, piuttosto passare dalle polemiche di corto respiro e un po’ personali ad un confronto politico e culturale di spessore che faccia i conti con i temi di oggi: rivoluzioni digitale, cambiamenti climatici, intelligenza artificiale, formazione, scienza e demografia, salute pubblica. Converrebbe a tutti noi. Le elezioni Regionali le abbiamo alle spalle, si riparla di Provincie…bene, alziamo il livello.

Renzo Liva

La pubblicazione dell’intervento sul Messaggero Veneto, ed. di Pordenone
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