15 Gennaio 2024

Mar Rosso: pressing sul Governo con mozione in Senato

ROJC: DEFINIRE UNA STRATEGIA COMUNE EUROPEA

Il Mar Rosso è sempre più un’area ‘calda’ e a rischio, le categorie economiche in Italia lanciano messaggi di crescente allarme e il Partito democratico va in pressing sul Governo. Accanto alla richiesta di un’informativa urgente dei capigruppo dem in commissione Difesa di Camera e Senato, è stata depositata una mozione a Palazzo Madama per sollecitare il Governo ad “attivarsi tempestivamente, nelle opportune sedi europee ed internazionali al fine di definire una strategia comune finalizzata a ottimizzare nel brevissimo termine l’impiego delle unità navali e di altri strumenti dissuasivi a protezione dei traffici”.

La mozione, a prima firma della capogruppo in commissione Politiche europee Tatjana Rojc e del capogruppo in commissione Esteri e Difesa Alessandro Alfieri, è sostenuta dai componenti dem nelle due commissioni: Franceschini, Malpezzi e Sensi, e Delrio, Casini e La Marca.

“Prendiamo atto degli annunci del Governo ma – spiega la senatrice Rojc – questi attacchi sono in corso ormai da settimane, il nostro Paese è tra i più esposti alle conseguenze del blocco di Suez e non si deve più perdere nemmeno un minuto e muoversi subito su più fronti. Per questo con la nostra mozione chiediamo che il Governo acceleri il più possibile consultazioni nelle sedi internazionali dedicate alla sicurezza dei traffici marittimi e degli approvvigionamenti di merci ed energia, anche valutando l’opportunità di specifiche missioni. Questo è un problema dell’Italia e di tutta l’Unione europea e – indica la parlamentare – gli organi di Bruxelles devono muoversi subito”.

“Autorità portuali e operatori dello shipping – continua Rojc – ci stanno ripetendo in termini sempre più chiari e incalzanti che c’è anche tutto il settore portuale, logistico ed energetico che sta per entrare in grave sofferenza. Per questo il Governo dovrebbe anche attivare contatti con i presidenti delle Autorità di sistema portuale che sarebbero maggiormente colpite dall’interruzione dei traffici da Suez, per una valutazione approfondita dall’impatto dei mancati attracchi e – conclude – per studiare contromisure”.

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