25 Giugno 2024

Europee e amministrative: la relazione della segretaria Conti

A CODROIPO L’ASSEMBLEA REGIONALE DEL PD FVG: ANALISI E PROSSIMI IMPEGNI

Codroipo, 25 giugno 2024

Relazione della segretaria regionale Pd Fvg Caterina Conti

Buona sera a tutte e tutti, grazie di essere qui.

Prima di esaminare il voto delle elezioni europee e amministrative, vorrei ricordare alcune persone: il ricordo di persone scomparse non è solo un doveroso momento di raccoglimento, ma è anche un modo per la nostra comunità democratica di cogliere esempi positivi di umanità, militanza, attaccamento ai nostri valori.

Questo è stato il segretario del Circolo di Azzano Decimo Claudio Della Pietra, questo è stato Carmelo Contin nella Bassa.

Persone che si sono dedicati a servire degli “ideali di gioventù” che possono “riempire degnamente una vita”, come è stato detto.

E noi di queste figure ricorderemo l’esempio limpido e appassionato.

Venendo ai risultati elettorali, si è conclusa una tornata di elezioni particolarmente importanti per l’Italia e per l’Europa.

Abbiamo approcciato le elezioni europee come prima prova e come obiettivo per la nostra comunità regionale, dopo la sconfitta alle elezioni regionali di un anno fa e alle politiche di un anno e mezzo fa. Perché non dobbiamo dimenticare che sul piano nazionale e regionale veniamo da sconfitte dolorose ed è per questo che abbiamo guardato a queste elezioni con l’attesa di un segnale di ripartenza.

E questa ripartenza c’è.

Un passaggio dell’intervento della segretaria regionale del Pd del Friuli Venezia Giulia, Caterina Conti

Ma andiamo con ordine.

1) Il primo elemento dall’esito delle urne è un astensionismo preoccupante: oltre 1 cittadino su 2 in Italia NON si è recato alle urne, con un’adesione al voto che si ferma al 49,69%.

Cinque anni fa, nel 2019, eravamo arrivati al 56%, quindi quasi 7% in meno. Oggi a votare sono stati 23 milioni e 385mila elettori.

Nel 1979 quando si votò per la prima volta eravamo all’85% in Italia, altri tempi.

Ma la percentuale di votanti in Italia di oggi è più bassa della media europea, che si assesta sul 50% degli aventi diritto, con punte del 51,5% in Francia, e anche valori molto bassi come in Slovenia (appena il 41,45%) e la Croazia (21,35%), tanto per guardare i nostri vicini di casa.

Questo ci dice che l’Unione Europea sta scadendo nell’interesse delle persone, specie in alcune aree dell’Ue, anche dove i Paesi hanno appena aderito al progetto europeo.

In Friuli Venezia Giulia questa percentuale di affluenza è ancora più bassa: nel 2019 eravamo al 57%, stavolta al 48,29%. Una differenza di quasi 9 punti percentuali, nella partecipazione al voto, mentre la media a nord-est nel nostro Collegio nord-orientale arriva al 54%, dove il Fvg è la terza regione su 4 per astensionismo, non la peggiore.

Tuttavia, stavolta in Fvg sono andate a votare meno persone rispetto alla media regionale di cinque anni fa e alla media nazionale.

Ci sono anche delle differenze nelle diverse province: a Gorizia vota il 51,4% degli aventi diritto, a Udine il 50,28%, a Pordenone il 46,5%, a Trieste il 44%.

Certo ha aiutato il traino di importanti elezioni comunali – di cui vedremo tra poco – ma certo dobbiamo porci il problema del perché tante persone non abbiano sentito l’esigenza di recarsi alle urne.

Il dato dell’astensione ci deve far pensare a un’insofferenza sociale di chi fatica a sbarcare il lunario e non guarda alla politica nazionale né internazionale.

Infatti i flussi elettorali dicono che a votare meno sono alcune fasce della popolazione: in particolare quelle tra i 35 e 54 anni che soffrono maggiormente un disagio socio-economico: il costo della vita, la precarietà, la frustrazione di un mondo che non ha mantenuto la promessa di futuro migliore.

Il 55% di questa fascia d’età non è andata a votare.

Ancora, non votano i giovani sotto i 35 anni (18-35 anni), con una percentuale pari al 56% di astensionismo, anche se qui il Pd raccoglie un debole consenso in più (pari all’1%, mentre AVS raccoglie 4% in questa fascia d’età).

I flussi indicano che il Pd perde voti tra gli operai, -8%, con FDI che cresce del 10%, dove comunque il 58% delle persone che si definiscono “operai” si consegna al non voto.

E la stessa percentuale del 58% rappresenta l’astensionismo nelle persone in difficoltà economica. 6 su 10 non vanno a votare, un’enormità.

Ancora, non votano le donne: se fra gli uomini la barra dell’astensionismo si è spinta fino a un già drammatico 46%, per le donne è salita oltre il 59%. Un secco 13% di differenza, oltre che un aumento dell’11% rispetto al numero di elettrici che avevano già scelto di non recarsi alle urne nella tornata del 2019 (all’epoca s’erano attestata al 48%). Come dire: la situazione è in peggioramento, senza che le conquiste in termini di rappresentanza a livello politico abbiano sortito effetti concreti, né le forme organizzate di protesta contro discriminazioni di genere e diseguaglianze.

Insomma, c’è molto da riflettere sull’incapacità della politica, dei partiti, nell’attrarre al voto le cittadine.

2) Passando ad analizzare il voto europeo, il primo elemento positivo è che le forze nazionaliste e sovraniste non sono riuscite complessivamente a ottenere la maggioranza del Parlamento Europeo.

Crescono, e molto in alcuni paesi: guardiamo quanto accaduto in Francia, dove l’onda nera della Le Pen ha provocato uno scossone di cui vedremo le conseguenze domenica prossima.

Guardiamo in Germania dove Alternative für Deutschland cresce spaventosamente, diventando secondo partito e ottenendo consensi nella Germania dell’est con un 16% e scalzando i Verdi.

La fotografia dice che a nord dell’Unione Europea cresce la sinistra, mentre le destre non sfondano a Est e non si riuniscono in un solo Gruppo al Parlamento Europeo: non esiste un’internazionale dei nazionalisti.

E nel complesso i 720 seggi del Parlamento Europeo vedono uno spostamento di pochi seggi.

Vedremo ora con le trattative per la Commissione Europea, ma la strada è stretta e le possibili alleanze portano verso compromessi difficili da digerire.

3) In Italia, se guardiamo a casa nostra, FDI ottiene un consenso percentuale crescente, passando dal 26% delle politiche 2022 al 28,8% delle Europee, anche se in termini di numeri assoluti perde circa 618mila voti.

Forza Italia cresce percentualmente dal 9% del 2022 al 9,6% di oggi, ma perde 319mila voti.

La Lega mantiene circa il 9% ma perde 378mila voti.

INSIEME perdono 1 milione e 315mila voti.

Ed è il Pd che raccoglie nuovi consensi, passando dal 19% al 24% (cresce quindi del 4,5%), ma soprattutto passando da 5.348.000 a 5.583.000, cioè crescendo in numeri assoluti crdi 235.000 voti.

Inoltre il PD si afferma per la prima volta come primo partito nel gruppo dei Socialisti e Democratici.

Questi numeri dicono che il Pd cresce e cresce a mio avviso principalmente per due elementi: 1. per la CHIAREZZA con cui il partito ha parlato di temi europei e concreti della vita quotidiana: sanità pubblica, salari, pensioni, servizi alle persone.

Secondo gli esperti, il tema più considerato dagli elettori è quello della SANITÀ PUBBLICA (41%). Il secondo è quello della PROTEZIONE del potere d’acquisto e degli stipendi e delle pensioni (23%), il terzo è quello della GUERRA (21%). E solo per quarto arriva il FUTURO dell’Europa (20%).

2. Per la PRESENZA sui territori, dappertutto, con una campagna elettorale in cui, a partire dalla Segretaria nazionale Elly Schlein e i nostri gruppi dirigenti provinciali e regionali, a tutti i livelli, siamo stati tutti impegnati a fare il massimo per un risultato collettivo.

Stavolta il PD è stato davvero un valore aggiunto e tanto merito è di tutti voi, iscritti, militanti, segretari di circolo, amministratori, Giovani Democratici, Donne Democratiche, tutti e tutte presenti e attivi sul territorio.

La nostra strategia politica trascinata dal nazionale e con territori rinnovati ha pagato in termini di consenso.

E il risultato elettorale dice che il Pd è il partito cardine dell’alternativa alla Destra, le urne lo indicano chiaramente.

Conte è stato smontato, il M5S perde consenso ovunque, passando dal 15,4% al 10%, da 4.335.000 a 2.300.000, -46,5%, -2milioni di voto. Voti persi soprattutto al Sud, come ha scritto giustamente il prof. Emanuele Felice, dove il PD diventa primo partito del Mezzogiorno superando FDI – effetto del taglio del reddito di cittadinanza, delle promesse mancate del PNRR, della riforma sciagurata dell’Autonomia Differenziata.

4) Nella nostra Circoscrizione nord-orientale, è forte la destra e la destra più estrema:

FDI raccoglie il 31% dei voti, cioè 1.577.000 voti.

Il PD 25,8%, pari a 1.279.000 voti e questo porta all’elezione ormai certa del quinto europarlamentare a nord-est, anzi della quinta, mentre sono 4 gli uscenti: e fa piacere che a essere eletti siano stati due uomini e tre donne. Oltre al nostro capolista Stefano Bonaccini, anche Alessandro Zan, Alessandra Moretti, Elisabetta Gualmini e Annalisa Corrado.

Lega 10%, pari a 502.900 voti.

FI 7% pari a 347.000 voti

AVS 6,74% pari a 337.500 voti

M5S 5,7%

Azione e Stati Uniti d’Europa restano sotto il 4%, uno al 3,8% e uno al 3%.

Se facciamo i conti, Fdi + Lega + Fi raggiungono da soli il 49% del consenso a nord-est. Metà fetta di torta. Quindi la destra è forte a livello nazionale e forte a nord-est, con uno spostamento del voto dalle forze più moderate alle forze più estremiste della destra.

5) In Friuli Venezia Giulia i risultati indicano che FDI raggiunge il 34% pari a 134.000 voti, mentre il Pd è il secondo partito con il 21%, 101.388 voti.

Lega 15% pari a 72.000 voti

FI 7% pari a 34.000 voti

AVS 6% pari a 28.500 voti

M5s 5,4% pari a 26.218 voti.

Azione e Stati Uniti d’Europa restano sotto al 4% (rispettivamente 3,39% e 3%).

Quindi in Fvg le forze di destra e centrodestra unite superano la metà, siamo al 56%.

Mentre le forze di centrosinistra, se fossero unite e inclusive, raggiungerebbero il 41,8%.

Certo, il Pd alle regionali del 2023 era al 16,5% con 65mila voti, mentre oggi è al 21% con quasi il doppio del voto. E anche sottraendo un po’ di voti andati alle regionali al Patto e alle europee al Pd, comunque restano oltre 24.000 voti assoluti in più stavolta. Ma questo non è ancora sufficiente per guardare alla sfida del 2028 sperando di battere la destra.

Certo, il PD in regione ha ottenuto il secondo miglior risultato della Circoscrizione Nord-Orientale per voti e percentuali (dopo l’Emilia Romagna). Per confrontare, in Veneto il PD raggiunge il 18,8%, due punti meno di noi. E quindi noi cresciamo in percentuali e in voti assoluti, consolidando credibilità e forza attrattiva.

Ma la strada è ancora lunga e da qui solo si comincia, perché il Pd da solo non basta.

Ci sono anche delle differenze significative tra territori:

A Gorizia il Pd raggiunge il 25,09% ed è il primo partito, a Trieste e provincia il 24%, mentre in Friuli, nelle province di Udine e Pordenone, siamo al 19%.

Su questo voto, vi propongo un focus con calma, a settembre, per capirlo meglio e ragionarci su.

E poi, il PD tiene nelle città e nei centri urbani, ma nelle aree interne e rurali fatica.

Tiene nella classe media-alta, ma crolla tra gli operai e le donne.

Ripeto, quindi, che non dobbiamo usare alcun trionfalismo, ma possiamo considerare superata con piena dignità questa prima prova elettorale, considerandola un punto di partenza e non di arrivo.

Possiamo, dobbiamo ancora crescere e rendere il nostro partito aperto, inclusivo.

Perché il PD è il punto di mediazione e il principale partito del centrosinistra.

Tuttavia, i numeri di oggi non sono comunque sufficienti a immaginare di vincere la destra, senza tener conto della difficoltà di intese con altri partiti, delle difficoltà del M5S, del tonfo di Renzi e Calenda separati, della debolezza sul territorio di AVS.

Il PD per crescere ha bisogno di trovare alleanze “non partitiche”, cercando interlocutori nei cittadini organizzati ora in comitati, ora in mondi associativi e culturali.

E per farlo abbiamo bisogno di un rafforzamento del presidio su alcuni temi, in particolare in quello SOCIALE, che è l’asse di interlocuzione con portatori di interessi e mondi con cui c’è sintonia sui temi.

Sarà questa la nostra campagna d’autunno, che prepareremo nel corso dell’estate.

Ma tornando ancora a noi, voglio dire che sono fiera di una campagna elettorale fatta tutta sul territorio ad ascoltare le persone, a rispondere con temi concreti come il Salario minimo, a presentarci con la nostra credibilità personale.

Questo risultato ci incoraggia ad andare avanti in questo modo.

In termini di preferenze, è stato premiato a mio avviso proprio questo: il radicamento territoriale, la capacità rappresentativa del territorio e della particolarità della nostra regione in ambito europeo.

Sara Vito, candidata unica del Pd Fvg alle europee e segretaria del Pd provinciale di Udine

“L’Europa delle persone” è stato lo slogan azzeccato della campagna di Sara Vito che voglio ringraziare per la passione, la grandissima generosità, la forza che ha messo in campo in questa corsa elettorale.

Mentre altri si schernivano, lei ha avuto il coraggio, voglio dire la RESPONSABILITÀ di accettare la candidatura e di fare una campagna elettorale tutta gambe e cuore. E i risultati si sono visti.

Il lusinghiero successo di 19.596.000 preferenze nella Circoscrizione, di cui 16.437 preferenze nel Friuli Venezia Giulia, ci dice che abbiamo compiuto una scelta azzeccata per questa candidatura, che si meritava anche di più in termini elettorali.

Con Sara raggiungiamo un risultato IMPORTANTE, che supera l’asticella e la soglia psicologica che ci eravamo fissati, dimostrando che il partito l’ha sostenuta coerentemente con le decisioni prese all’unanimità negli organismi regionali, e dimostrando di essere un VALORE AGGIUNTO per il nostro partito.

Perché Sara è stata assessore regionale e ha avuto un lungo percorso di amministratrice territoriale, ma il suo valore aggiunto è anche avere una rete lavorativa dove è stimata, un radicamento territoriale dove vive e dove ha vissuto, essere attiva nel mondo dell’associazionismo e avere una rete di conoscenze e contatti che travalica la nostra regione, e che va oltre al PD.

E poi Sara ce l’ha messa tutta: mercati, gazebi, chilometri, incontri, chiacchierate, tanta passione e capacità di capire il territorio. Sara ha girato il collegio Nord-est e non si è tirata indietro a nessun dibattito, con coraggio e con entusiasmo.

Penso che per i mezzi di cui abbiamo potuto disporre, per la squadra che si è creata intorno a Sara, per il tempo che abbiamo avuto a disposizione, il risultato ripaghi la fatica, anche se questo non è bastato per mandarla al Parlamento Europeo.

Voglio ringraziare Sara per la lezione politica che ci ha dato: quando sembra difficile, è allora che bisogna saper dire sì e molti altri sì seguiranno.

Grazie anche a chi ha lavorato con lei a strettissimo contatto, un ringraziamento di cuore a Vera Spanghero, a chi l’ha accompagnata in auto, a chi l’ha sostenuta sinceramente, a chi l’ha sostenuta nelle giornate più dure.

Colgo l’occasione per ringraziare anche tutta la “macchina” del Partito, una macchina impegnata a dire il vero anche nella sfida amministrativa di cui dirò tra poco, ma che ha lavorato senza sosta.

Grazie a quelli che si sono spesi che sono tanti tra gli eletti, le parlamentari e gli amministratori che hanno lavorato per Europee e amministrative

Grazie a tutti i circoli, iscritti, militanti, tutta la parte organizzativa per ogni iniziativa, per quello che avete fatto.

Grazie ai Segretari provinciali, che ho sentito quasi tutti i giorni negli ultimi mesi e sulle cui spalle è gravato un lavoro molto faticoso e complesso. Vi meritate qualche giorno di vacanza… ma chiedo a tutti di stare vicini ai propri Segretari provinciali, perché sono loro che scontano maggiormente la difficoltà nel mantenimento della struttura partitica e che devono continuamente risolvere problemi concreti e questioni politiche.

La macchina ha però ancora bisogno di perfezionare il suo funzionamento, la campagna elettorale ci è servita anche a questo, a vedere meglio dove si può fare di più e con maggiori competenze, e ci prenderemo l’estate per rivedere ciò che ha bisogno di essere rafforzato e migliorato.

Ma voglio dire che abbiamo fatto una campagna elettorale appassionata e senza risparmiarci, senza gravi errori e con tanta determinazione.

Io personalmente questa regione l’ho girata in lungo e largo, come già avevo fatto nel settembre scorso, percorrendo oltre 3.000 km e con un impegno totale e sono davvero contenta, perché ho conosciuto tante realtà e rivisto militanti e persone, territori, Comuni anche dove si è votato. Nei 114 Comuni al voto abbiamo cercato di stare sempre vicino ai nostri candidati e candidate, mettendo il “carico da 90” dove si poteva: le tre belle giornate passate con Stefano Bonaccini, l’incontro con Elly Schlein a Gradisca hanno portato un valore aggiunto.

E a proposito del risultato in termini di preferenze del nostro capolista, ha ottenuto un ottimo consenso frutto anche dell’impegno del Pd della nostra regione e lui ci è davvero molto grato per il lavoro che abbiamo fatto insieme. Ci ha sentiti autenticamente vicini, per questo vi giro il suo ringraziamento e il suo impegno a rappresentare le nostre istanze e di essere presente in Fvg come ha già fatto in questi mesi.

Salutiamo con favore anche la rielezione di Moretti e Gualmini e l’affermazione di Zan e Corrado, per i quali in tanti sul nostro territorio si sono spesi.

6) Passando alle elezioni amministrative in Italia – con i ballottaggi di ieri – e anche in Fvg, possiamo dire che c’è un segno positivo negli esiti ed è una bella notizia.

Anche qui: non usiamo toni trionfalistici, ma il centrosinistra e il Partito Democratico in particolare esprimono dinamismo e capacità di raccogliere consenso, con vittorie non scontate né facili.

Ed è il frutto di molto lavoro che è stato fatto da molti anche prima di me e di chi ha guidato questo partito in anni molto più difficili e meno soddisfacenti di oggi: qualche volta “uno è chi semina e un altro chi miete”, ma io non dimentico “chi ha scavato il pozzo” che ci consente oggi di bere l’acqua e raccogliere soddisfazioni positive.

E a chi ha scavato prima di me rivolgo un ringraziamento sincero.

In Italia vinciamo in sei capoluoghi di regione e città simbolo come Bari e Firenze, su cui il centrodestra aveva lanciato sfide molto forti, ma anche a Campobasso, Perugia, Potenza + Cagliari qualche settimana fa.

E anche parecchie altre città regalano belle soddisfazioni: Bergamo, Cremona, Pavia, Cesena, Modena, Reggio Emilia, Livorno, Prato, Pesaro, Perugia, Vibo Valentia, Sassari.

La nostra ricetta è chiara: unione delle forze, buoni programmi, candidati e candidate con una credibilità personale che fanno la differenza sui territori.

Non basta essere amministratori, bisogna anche essere persone credibili.

Lo abbiamo visto anche in Fvg, dove dei 114 Comuni al voto in 28 c’era un unico candidato o candidata, mentre nei restanti 86 Comuni ce la siamo giocata.

E sono tante le buone notizie.

GORIZIA

A GRADO strappiamo la città con un ampio consenso, con Giuseppe CORBATTO

A GRADISCA si conferma la giunta di centrosinistra con la vittoria non scontata di Alessandro PAGOTTO

A MARIANO del Friuli Cristina VISINTIN vince contro l’uscente Luca Sartori.

A SAVOGNA, STARANZANO, TURRIACO si confermano amministrazioni del centrosinistra.

Perdiamo Doberdò del Lago, mentre negli altri Comuni si confermano civiche variegate.

Unico neo è San Floriano, dove si afferma la Skupnost con una dinamica che avrà qualche ripercussione (anche sul piano regionale).

TRIESTE

Confermiamo le due sindache uscenti del PD Monica HROVATIN a Sgonico e Tanja KOSMINA a Monrupino e viene eletto il nuovo sindaco di San Dorligo del centrosinistra Alexander CORETTI, ieri commosso al primo insediamento

Luca Braidotti, segretario del PD provinciale di Udine

IN PROVINCIA DI UDINE dove andavano al voto 81 Comuni in tutto

passiamo da 24 Comuni governati dal Centrosinistra a 26 (+2)

mentre il Centrodestra passa da 48 Comuni a 35 (perdono 13 Comuni)

ma aumentano le civiche, da 9 a 20 (+11)

E ci sono belle vittorie con cui strappiamo dei Comuni alla destra, tra queste ricordo:

Pozzuolo del Friuli con il bravissimo Gabriele Bressan;

Campoformido con Massimiliano Petri che strappiamo alla destra;

Colloredo con Renza Baiutti che strappiamo alla destra;

Forni di Sopra, idem;

Zuglio con Domenico Romano, idem;

Confermiamo:

Pradamano con Enrico Mossenta;

Attimis con Maurizio Malduca;

Buttrio con Eliano Bassi;

Paluzza con Luca Scrignaro;

Fagagna con Daniele Chiarvesio;

Pontebba con Ivan Buzzi;

Povoletto con Giuliano Castenetto;

San Giovanni al Natisone con Carlo Pali;

Terzo di Aquileia con Quaini;

Treppo con Sara Tosolini (la sindaca più giovane del Fvg).

Perdiamo però BASILIANO e mandiamo un abbraccio a Marco Del Negro e MORUZZO e ringraziamo Albina Montagnese, le siamo vicini.

Ci dispiace per PASIAN di Prato, dove speravamo di farcela con Enzo Cattaruzzi.

Per Aquileia dove ringraziamo Marco Fonzari e il circolo PD con Alberto DONAT.

Quindi complessivamente abbiamo vittorie non scontate in alto Friuli e Carnia, nel Collinare reggiamo, così come nelle Valli del Natisone, qualcosa nella Bassa e riprendiamo spazio nella cintura udinese.

Ringrazio tutti i circoli, i segretari, i consiglieri regionali del territorio che hanno lavorato tutti seriamente per queste amministrative.

PORDENONESE

Vinciamo CHIONS con Laura DORO;

Budoia con Ivo ANGELIN;

Strappiamo CORDOVADO con Francesco TONEGUZZO;

Confermiamo Tramonti, San Martino al Tagliamento.

E perdiamo purtroppo PORCIA con Mario Bianchi civico, ma devo ringraziare Tiziana Aramonte, Chiara Da Giau e il circolo del PD.

E ringrazio anche altri Comuni nei quali abbiamo giocato la partita, anche controvento, come a Roveredo in Piano con Giovanni BIASON e ringrazio e il circolo con Danilo De Luca e Renzo Liva.

Sesto al Reghena.

Ringrazio così tutti i candidati sindaci e sindache non eletti, che con generosità si sono messi a disposizione e hanno rappresentato il volto pulito del PD, così come per i Consiglieri non eletti.

Davvero il vostro sforzo non sarà vanificato, ci prepariamo per la rivincita tra 5 anni!


Faccio gli auguri di buon lavoro a sindache e sindaci, e a nuove e nuovi Assessori in Giunta, ai consiglieri eletti in maggioranza o all’opposizione. Vi staremo vicini!

Contiamo su di voi e voi potete contare sul Partito Democratico.

Non mettiamo mai in contrapposizione partito e amministrazione: non è abbastanza il partito senza la concretezza degli amministratori; non è abbastanza essere amministratori senza il sogno, il progetto, la visione del partito. Le cose si tengono e non ha senso che si contrastino: vanno a braccetto e rendono partito e governo dei territori forti e capaci di attrarre.

Per questo propongo che si faccia da subito l’assemblea periodica dei nostri amministratori, insieme al partito e al Gruppo regionale.

7) In Fvg come sapete ci attendono il prossimo anno altre prove difficili ma decisamente possibili.

Il radicamento importante che abbiamo realizzato è valso tanto per le elezioni europee quanto per le elezioni amministrative.

Il lavoro da fare ora è quello di mettere in rete le energie.

Siamo riusciti a creare alleanze larghe, ma anche forze civiche capaci di allargare. E questo è il percorso che dovremo seguire anche sul piano regionale guardando a 2028.

Le premesse ci sono.

Guardiamo a Monfalcone e Pordenone con fiducia per trovare un candidato o una candidata e una squadra competitive, partendo da idee e progetti per il territorio.

Sapendo che su queste due amministrative il centrodestra continuerà a litigare come ha fatto nelle diverse amministrative e tocca a noi approfittare.

Chiedo a tutti di usare queste settimane per ricompattarci: dove ci sono state divisioni, è bene tendersi la mano e sia chi è più forte e chi ha vinto a farlo nei confronti di chi ha perso.

Non lasciamo andar via nessuno. Troviamo spazi per valorizzare le persone.

Evitiamo questioni personali che sono spiacevoli e senza via di uscita: lavoriamo per l’unità, come fanno Schlein e Bonaccini e come fa bene al partito.

Ed evitiamo i battibecchi sui giornali, utili per far crescere il consenso personale ma non collettivo. Lo abbiamo già visto… Ci sono luoghi e tempi.

Abbiamo rialzato la testa dopo la stagione delle sconfitte e della perdita di credibilità, c’è lo spiraglio per una nuova stagione.

Ci sono le condizioni per lavorare per un’alternativa credibile alla guida della città.

E lo possiamo fare a partire anche da alcune riflessioni emerse nei convegni organizzati a Monfalcone e Udine la scorsa settimana, dall’Associazione Bobbio, che ci aiutano a tenere il focus anche sulla nostra specialità regionale, per nulla esercitata sul piano internazionale e completamente debole nel suo esercizio da parte di Fedriga.

La nostra battaglia principale sarà su AUTONOMIA DIFFERENZIATA e PRESIDENZIALISMO.

Le parlamentari sono a disposizione per stendere un calendario di incontri.

Uno informativo interno lo terremo già mercoledì 3 luglio online, altri è bene che si tengano sui territori nelle prossime settimane.

Proseguiranno il TESSERAMENTO e la raccolta firme sul SALARIO MINIMO.

Continueremo a lavorare sulla SANITÀ insieme al Responsabile regionale Nicola Delli Quadri.

Ci incontreremo spero alla Festa dell’Unità di Aquileia a fine luglio e inizio agosto.

Cominceremo a mettere mano alla riforma dello Statuto regionale, portando a compimento il lavoro già iniziato dalla precedente segreteria. Chiedo a Ferdinando Milano di aiutarci.

E prepareremo l’autunno.

Insomma, prendiamo fiato qualche giorno quest’estate, ma continuiamo con l’operosità della formica e la serenità della cicala a lavorare per gli oppressi, come diceva don Milani, per chi non ha voce, a partire dalle piccole cose.

Perché è dalle piccole cose che vengono le grandi cose.

Grazie.

Caterina Conti

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