Cannabis light: appello contro divieto dannoso
GIOVANI DEM FVG: IDEOLOGIA PUO’ DISTRUGGERE UN INTERO SETTORE ECONOMICO
“Forte preoccupazione per l’emendamento al ddl sicurezza recentemente approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, che vieta la coltivazione e la vendita di infiorescenze di cannabis anche con basso contenuto di THC”. La esprimono i Giovani Democratici del Friuli Venezia Giulia attraverso il loro segretario regionale Ferdinando Santoro.
“Questa decisione puramente ideologica e dannosa – osserva il segretario dei GD regionali – colpisce un settore in crescita che ha generato posti di lavoro e sviluppo economico in molte regioni italiane, inclusa la nostra. Inoltre la cannabis light, è già tra i prodotti ammessi nel mercato unico europeo dal 2020 e un divieto unilaterale da parte dell’Italia sarebbe in contrasto con le normative comunitarie”.
I Giovani Democratici del Friuli Venezia Giulia, spiega Santoro “chiedono alle forze politiche regionali di fare pressione sul Governo affinché ritiri l’emendamento e apra un dialogo con tutte le parti interessate. In questo momento è necessario costruire nuove industrie, favorire nuovi investimenti sul mercato e sviluppare i settori in salute come questo. Siamo pronti a supportare tutte le iniziative politiche necessarie per fermare questo provvedimento ingiusto e dannoso. Parlamentari del Pd della nostra regione si sono già espressi chiaramente, come altre forze di opposizione. In vista della votazione finale di settembre ci rivolgiamo a tutte le forze politiche affinché sia data priorità alla difesa del lavoro anziché a misure anacronistiche”.
“Il provvedimento rischia di distruggere un intero settore economico – precisa l’esponente dei GD – mettendo in difficoltà centinaia di aziende e migliaia di lavoratori, senza portare alcun reale beneficio alla sicurezza pubblica. In flagrante contraddizione tra l’ideologia dello Stato etico ed il culto del libero mercato, il Governo Meloni fa pagare il prezzo a una precisa categoria di lavoratori e imprenditori trattandoli come cittadini di seconda classe, distruggendo investimenti e sacrifici, negando libertà che non danneggiano nessuno. Questo emendamento inoltre manda un messaggio chiaro e preoccupante all’Europa e al mondo: l’Italia non è un paese sicuro per investire”, conclude Ferdinando Santoro.