Marcinelle: da tragedia dobbiamo ancora imparare
CONTI: UN BOATO CHE HA SCOSSO LE NOSTRE COMUNITA’
La dignità e la sicurezza sul lavoro, le scelte strategiche dello sviluppo industriale, i pregiudizi e le discriminazioni verso lo straniero: sono i nodi della tragedia di Marcinelle, dramma connotato di temi cruciali ancora oggi irrisolti.
Quella tragedia del 1956 fu un boato riecheggiato fin a qui, che scosse le nostre comunità con la morte dei corregionali Ferruccio Pegorer di Azzano Decimo, Pietro Basso di Fiume Veneto, Lorenzo de Santis di Flaibano, Ciro Piccoli di Povoletto, Ruggero Castellani di Ronchis di Latisana, Armando Zanelli di San Giorgio di Nogaro e di Mario Buratti di Udine, insieme ad altri 255 minatori.
C’è ancora molto da imparare da quella tragedia, per rispettare quello che il Presidente Mattarella ha definito il “vincolo ideale inscindibile tra democrazia e lavoro”, come inserito all’articolo 1 della Costituzione.
I minatori di Marcinelle allora, le oltre 500 mila denunce all’anno per infortuni sul lavoro oggi, di cui 1.200 caduti l’anno negli ultimi 10 anni, non siano mancati invano: spetta a chi governa far rispettare le leggi e far eseguire i dovuti controlli. Ma anche ogni cittadino e lavoratore è investito da una responsabilità collettiva, che può fare la differenza nell’alzare il livello di consapevolezza e sicurezza”.
Caterina Conti, nel 68mo anniversario dalla tragedia della miniera di Marcinelle.