22 Settembre 2024

Il Pd dice “no” al terzo mandato in Fvg

CONTI: DIECI ANNI DI GOVERNO POSSONO BASTARE

Serviranno lunghe trattative e forse diverse concessioni, da parte del centrodestra, per convincere le forze di opposizione, o almeno parte di esse, a votare l’ok al terzo mandato per il presidente della Regione e quindi evitare un referendum dagli esiti tutt’altro che scontati, se in aula non si dovesse raggiungere il quorum dei due terzi di favorevoli. Perchè al momento, dopo il riavvio della trattativa per la riforma della legge elettorale, non sembra che da Pd e Open Sinistra Fvg tiri buona aria.

Netto e motivato il no della segretaria regionale del Partito democratico Caterina Conti. «Forzare l’autonomia regionale per introdurre il terzo mandato per il presidente della Regione e per gli assessori: è questo il mirabolante disegno della destra al governo per rispondere ai cittadini che chiedono istituzioni più credibili e una politica più attenta alla vita concreta? Il Pd è senza dubbio contrario a queste ipotesi – taglia corto Conti – : dieci anni al governo sono lunghi e sufficienti per cambiare la Regione, se si sa farlo, specie se si dispone di enormi risorse economiche come quelle di cui sta godendo questa Giunta. Inoltre, la legge attuale che garantisce il tetto dei due mandati è pensata per evitare che il potere del presidente di Regione si sedimenti nelle mani di un uomo solo, per evitare così il rischio di rapporti clientelari e un accentramento che contrasta con i principi della democrazia».

Conti mette il dito nella piaga di quello che, a suo avviso, è un punto debole del centrodestra, ovvero la scarsità di dirigenti adatti ad amministrare la cosa pubblica. «L’ipotesi dei tre mandati, poi, è la constatazione per il centrodestra di non poter garantire un adeguato ricambio della classe dirigente – aggiunge la segretaria dem – . Non è questa la chiave giusta per avvicinare i cittadini alle istituzioni e spingerli a un impegno pubblico. La presenza slovena va assicurata in Consiglio regionale, ma la logica del seggio garantito fuori dal confronto delle opzioni politiche ha il sapore del recinto etnico. Infine, è scontato il nostro sostegno all’ipotesi di introdurre la doppia preferenza di genere, un principio di civiltà: una proposta più volte presentata dal Pd e bocciata dalla destra».

«Riteniamo che il terzo mandato per presidente e assessori sia una forzatura – aggiunge ancora Conti – non sia un disegno adeguato per riavvicinare i cittadini alla politica e nemmeno una soluzione a un problema così urgente. Fratelli d’Italia scalpita, tra premierato, autonomia differenziata e legge sulla giustizia c’è uno scambio a livello di maggioranza. Se FdI dovesse aprire al terzo mandato potrebbe essere una contropartita per un’altra regione oppure il sintomo di un’assenza di accordo su un nome condiviso. Fratelli d’Italia sta cercando di pesare di più rispetto alla Lega e ai suoi partner di governo, imponendo uomini e candidature».

Estratto dal Messaggero Veneto del 22 settembre 2024 (Maurizio Cescon)

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