Consulta: blitz inaccettabile di Meloni
SERRACCHIANI: INOPPORTUNO VOTARE L’AUTORE DELLA RIFORMA SUL PREMIERATO
Per la responsabile Giustizia dei Dem “l’improvvisa accelerazione è l’ennesima prova di una mentalità proprietaria della maggioranza”
Da responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani che impressione le fa il blitz di Meloni sulla Consulta?
“È un tentativo inaccettabile, come il Pd ha denunciato subito, perché veniamo da ben sette votazioni andate a vuoto. Per giunta l’improvvisa accelerazione sostituisce una posizione finora ben diversa della maggioranza che puntava alla scadenza degli altri tre giudici costituzionali per arrivare a dicembre a una votazione complessiva”.
Vi avevano avvisato?
La cosa più grave è proprio quella di aver appreso del blitz, come tutti, a mezzo stampa, senza neppure una telefonata a nessuna delle opposizioni.
Una scorrettezza istituzionale mai avvenuta?
“Certamente, soprattutto perché l’elezione dei giudici è un passaggio delicato e fondamentale di una legislatura, ed è stato sempre oggetto di dialogo tra le forze politiche di maggioranza e d’opposizione. Invece questa è l’ennesima prova di una mentalità proprietaria della maggioranza del tutto intollerabile”.
Ha visto che Crosetto con un esposto chiede ai pm di indagare sulla fuga di notizie sul loro sms ai parlamentari per la presenza obbligatoria in aula?
“Siamo all’uso della magistratura a fasi alterne, se è utile la si invoca, se non lo è la si delegittima. Piuttosto Crosetto si preoccupi dei membri del suo gruppo parlamentare che hanno girato alla stampa il messaggio che di certo le opposizioni non hanno ricevuto”.
Il Pd pensa all’Aventino?
“Noi pensiamo che non si possa gestire in questo modo l’elezione dei giudici della Corte. È un metodo davvero inaccettabile”.
L’sms coincide con l’annuncio di Barbera di decidere già il 12 novembre sui ricorsi di costituzionalità dell’Autonomia. Meloni vuole una sua gola profonda nel palazzo?
“Giudico questo tentato blitz un atto di debolezza. Peraltro se, come leggo, la persona indicata è il professor Marini, suo consigliere giuridico a palazzo Chigi e autore della sua proposta di premierato, vedo oltre alla debolezza anche una mossa inopportuna e del tutto inappropriata”.
Un pesante conflitto d’interessi?
“Effettivamente sarebbe ben strano che fosse chiamato a giudicare la riforma proprio colui che l’ha scritta”.
Su una devastante riforma come quella dell’autonomia Meloni teme che cada il castello di carte di tutte e tre le proposte costituzionali?
“Abbiamo assistito fin dall’inizio a una coalizione di centrodestra che sta in piedi grazie allo scambio di queste riforme, l’Autonomia alla Lega, il premierato a FdI, la separazione delle carriere a Forza Italia. Per questo, per garantire la vita del governo, non si fanno scrupolo di usare la Costituzione”.
Tant’è che adesso Fi accelera sulla separazione.
“È la solita merce di scambio per tenere insieme la coalizione. Ma mi viene il dubbio che le riforme vengano usate proprio adesso per non far parlare della manovra finanziaria che sarà tutta lacrime e sangue”.
Intervista di Liana Milella a Debora Serracchiani per Repubblica online, 7 ottobre 2024