Vaccino: disabili e caregiver entrino in fase 2
SPITALERI: ESAGERATA ENFASI RICCARDI / ROJC: AUSPICO FRUTTI DA MINISTRO STEFANI
“Dove sono i vaccini per tutti i disabili anche gravi rimasti a carico di famiglie? I soggetti più deboli e più a rischio, spesso minori, devono entrare nella fase 2 della vaccinazione, assieme a quanti se ne prendono cura: familiari, volontari, badanti. Le linee guida nazionali per la fase 2 della vaccinazione nei confronti di chi è gravemente disabile risalgono ormai a quasi un mese fa nella loro elaborazione con le Regioni: appare esagerata l’enfasi dell’assessore Riccardi nell’annunciare ora l’inserimento nelle liste dei circa 1700 disabili ospitati nei servizi residenziali. La Regione si è mossa troppo tardi e ha mostrato troppo poco coraggio nell’affrontare questo grande tema: non basta adeguarsi a Roma quando si può fare di più e meglio”.
Lo afferma il componente della commissione paritetica Stato-Regione Fvg Salvatore Spitaleri, commentando la generalità della Giunta Fedriga che inserisce le persone con disabilità accolte nei servizi residenziali e semiresidenziali nella fase 2 della vaccinazione.
La senatrice Tatjana Roic esprime “vivo auspicio che dia frutti l’incontro della ministra Stefani con le associazioni dei disabili e che possiamo assistere a una vera accelerazione sul fronte della fase 2 della vaccinazione. Una parte davvero fragile della popolazione è rimasta fuori dalle doverose attenzioni di cui ha bisogno, anche se alcune Regione hanno preso apprezzabili iniziative autonome”.
“La specialità, la competenza in materia di servizio sanitario, la capacità di spesa, che ha il FVG – aggiunge Spitaleri – dovrebbero essere orientati ad anticipare tempi e piani nazionali: invece, si gioca di rincorsa, facendoci addirittura precedere dalle Regioni ordinarie (e non quelle più grandi). Se ci sono risorse, anziché inseguire sogni di vaccini ‘fai da te’, è necessario spingere fortemente su organizzazione e personale per poter vaccinare al più presto tutti quanti è possibile E naturalmente – conclude – coinvolgendo i medici di medicina generale, che potrebbero dare un fortissimo contributo, spendendo meno di quanto non accada attivando contratti con pensionati”.