26 Maggio 2021

Licenziamenti: da Pd pieno appoggio a lavoratori

SHAURLI: BENE ORLANDO, COLPISCE ATTEGGIAMENTO DI CONFINDUSTRIA

“Passi la Lega, peraltro al governo, preoccupata di essere superata a destra nei sondaggi. Ma colpisce l’atteggiamento di Confindustria perché mai come oggi serve la capacità di uscirne tutti insieme: il ministro Orlando ha preso atto della grave situazione e previsto norme per evitare un nuovo dramma sociale. A motivarlo bastano le cifre: secondo Banca d’Italia e il Ministero del Lavoro sono più di mezzo milione i posti di lavoro che si potrebbero perdere, se non intervengono misure appropriate e capaci di evitare che lo sblocco dei licenziamenti si traduca in una nuova drammatica emergenza per lavoratori e famiglie“. Lo afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, in merito alla proroga del blocco dei licenziamenti.
“Ovviamente l’impegno del Governo, magari tutto, e delle parti sociali a partire da Confindustria – continua Shaurli – deve essere far sì che alla fine i posti persi siano molti meno, con le scelte opportune, utilizzando subito e bene le importanti risorse europee e statali ed aiutando così una crescita stimata per l’anno in corso tra il 4 e il 4,5 per cento. La norma di Orlando portata in Consiglio dei ministri non è stata affatto un blitz e non solo è condivisibile ma è necessaria poiché agisce su più livelli e in maniera progressiva: allungando il blocco dei licenziamenti per le imprese che fanno domanda di nuova cassa integrazione Covid; distinguendo tra comparti e categorie diversamente colpite dalle chiusure; prevedendo sgravi per chi rientra dalla cassa integrazione Covid, oltre alle misure previste nel Sostegni bis per contratto di rioccupazione e per un incremento dei contratti di solidarietà e di espansione”.

“Per affrontare il post pandemia servono risorse ma anche scelte coraggiose e visioni nuove – spiega il segretario dem – che permettano al Paese di ripartire meglio: tutti però, non rendendo alcuni ancora più ricchi e gli altri ancora più poveri. E’ proprio ora che serve il coraggio di usare parole come redistribuzione del reddito e aumento salariale, senza temere di essere tacciati di estremismo o di minare la ‘sacra’ competitività. In questo Paese il 30% dei lavoratori dipendenti percepisce meno di 24 mila euro lordi, poco sopra la soglia di povertà, ed hai voglia a parlare di inclusione se sei povero lavorando“.
“In questo Paese la produttività delle imprese è al livello del 1995, con ottime eccezioni certo, per difficoltà di sistema e burocrazia certo, ma forse anche – puntualizza Shaurli – perché rendite finanziarie, contribuiti e moderazione salariale sono stati per alcuni vie preferibili e comode. In questo Paese la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochissimi ed il calo della ricchezza della classe media hanno toccato vertici negativi europei. In questo Paese ancora si parla troppo poco dell’investimento sul capitale umano e di una grande campagna di ‘vaccinazione educativa’ nelle scuole e per tutto l’arco della vita per recuperare competenze, mobilità sociale e cultura”.
La ripartenza è una sfida da affrontare insieme: politica, categorie, pubblica amministrazione, imprese e lavoratori per tornare a crescere certo ma anche – conclude – per costruire un’Italia e un’Europa migliori”.

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