6 Settembre 2024

Sangiuliano: la destra e la “visione” della cultura

CRAIGHERO: DIMISSIONI E SCUSE AGLI ITALIANI

Il Ministro Sangiuliano sta svilendo l’Italia, proprio alla vigilia di un evento di eccezionale importanza quale il G7 della Cultura che si terrà nel nostro Paese tra due settimane. Storia e patrimonio culturale sono vanto e punto di forza dell’Italia e dei suoi territori, per i quali veniamo riconosciuti in tutto il mondo. Ci si aspetta dunque che chI detta la linea su politiche così cruciali e significative sia all’altezza del ruolo affidatogli. Constatiamo invece, non da ora, la totale inadeguatezza del Ministro Sangiuliano, inspiegabilmente coperto dalla Presidente del Consiglio, e sul quale tacciono, se non addirittura fanno quadrato in sua difesa, gli esponenti di Fratelli d’Italia a tutti i livelli, dal nazionale al locale.

Dopo una sequela di gaffe di cui tutti purtroppo abbiamo memoria – dai libri non letti al premio Strega, a Times Square collocata Londra, da Dante fondatore del pensiero di destra, fino a Galileo contemporaneo di Cristoforo Colombo – arriva il caso “Boccia”, che sigilla in maniera definitiva l’inadeguatezza del titolare del Dicastero della Cultura. Un caso dove troppe sono le ambiguità e troppi gli aspetti fumosi, che lede l’immagine dell’Italia proprio nel suo ambito di maggiore vanto, quello culturale. Il Ministro dica chiaramente se la sua “consulente-non consulente” ha avuto accesso improprio a documenti riservati ed ha ricevuto trattamenti economici con soldi pubblici, senza un incarico ufficiale. Il tutto è poi aggravato dal monologo senza contradditorio in prima serata sul TG1. Una scelta che svilisce ulteriormente il servizio e il sistema di informazione pubblico, prono alla sola voce governativa, quando sarebbe stato doveroso e opportuno riferire in merito in Parlamento.

Questi però sono il volto vero della destra e la sua visione della cultura, considerata solo come sistema di trasmissione del potere e di gestione d’interessi e non come strumento di conoscenza, approfondimento, valorizzazione storica, confronto e arricchimento umano. Una concezione arrogante e a-valoriale dimostrata anche dalla totale assenza di una politica culturale effettiva in questa legislatura. Basti pensare solo al depotenziamento degli strumenti di welfare culturale o delle forme di sostegno alle produzioni cinematografiche, lasciando molti professionisti senza lavoro, all’ennesimo rinvio della riforma del Codice dello spettacolo, alle note epurazioni in Rai, alle penalizzazioni per le librerie indipendenti o alla volontà di aumentar il controllo del Governo nazionale nella governance delle Fondazioni lirico-sinfoniche (tra cui c’è ad esempio anche il Verdi di Trieste). In questo quadro l’unica preoccupazione del Ministro era quella di occupare con persone politicamente fedeli ogni poltrona possibile. Ci sarebbe bisogno di qualcuno che si occupi, con competenza e passione, della cultura, non di qualcuno che la occupi. C’è infatti una forte differenza tra egemonia ed occupazione del potere, ed è la direzione su cui si muove questa destra, giungendo poi a situazioni mortificanti come quella a cui stiamo assistendo in questi giorni.

C’è quindi solo una cosa da fare per Sangiuliano e Giorgia Meloni: le dimissioni del Ministro e chiedere scusa al Paese e a tutti i territori e luoghi che producono quotidianamente cultura, per averli mortificati e sviliti. A tal proposito è lecito chiedersi se anche nella nostra Regione nessun esponente di Fratelli d’Italia, o degli altri partiti di maggioranza, abbia qualcosa da dire. Dal momento che con ogni evidenza questa situazione indecorosa, che è solo l’episodio finale di una triste messinscena dove la protagonista è l’incompetenza dimostrata sinora nel settore dai vertici politici, ha effetti controproducenti sul panorama culturale non solo nazionale.

Marco Craighereo, responsabile regionale Pd Fvg Cultura e Montagna

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