Partito
L’attività del partito deve essere strutturata in quattro linee d’azione:
- formazione,
- selezione,
- elaborazione di proposta politica,
- raccordo tra elettori ed eletti.
Per fare questo è necessaria coerenza. Non servono miracoli ma obiettivi chiari e lavorare con metodo e determinazione su un periodo medio-lungo.
UN PARTITO DI PROSPETTIVA
Abbiamo quattro anni davanti e non dobbiamo sprecare tempo. Per poter fare selezione è necessario avere un partito aperto e inclusivo, che accolga le persone che hanno voglia di impegnarsi. Non è possibile fare selezione di qualità se il bacino di coloro che militano nel partito rimane ristretto.
Il partito deve occuparsi della sua attrattività. Deve curare il modo in cui entra in contatto con nuove energie, soprattutto giovani. Deve domandarsi costantemente come raggiungere e coinvolgere le tante persone con senso civico che vivono nel territorio. Un partito concepito solo come perenne comitato elettorale, con circoli a supporto esclusivo di persone e candidati è incompatibile con la selezione di una classe dirigente, perché è chiuso e teme personalità ed idee nuove.
Il PD del FVG deve essere un luogo in cui le persone possano portare il proprio contributo, la loro passione ed anche le proprie ambizioni ma sempre per il bene della nostra Comunità Politica.
Attirare persone nuove e di qualità non basta, perché amministrare e fare politica nell’interesse dei cittadini è un sapere, una capacità che va appresa. Per questo il partito sarà strumento di formazione, attraverso la “gavetta” amministrativa e politica, allenando alla democrazia, al confronto, al rispetto delle posizioni altrui e alla ricerca di sintesi. Il partito aiuterà i neo-amministratori, non li lascerà soli ad “arrangiarsi”, e la conoscenza ed esperienza sarà condivisa e messa a fattor comune. La formazione della classe dirigente diventerà una componente strutturale. Dalla ricognizione annuale dei bisogni formativi fino alla erogazione vera e propria di corsi di base e di approfondimento sia politico sia amministrativo. Selezione e formazione sono un prerequisito all’elaborazione della proposta politica.
I forum o i gruppi tematici sono un ottimo strumento, ma devono essere fatti funzionare. Il o la responsabile regionale di un determinato tema sarà una persona con competenza ed autorevolezza. Avrà una vera delega a rappresentare il partito su quella tematica di modo che abbia anche la responsabilità di definire una linea, in accordo con la segreteria e, se necessario, votata dalla direzione.
Il PD del Friuli Venezia Giulia dovrà costantemente elaborare la proposta politica in un continuo dialogo con i cittadini, le associazioni, gli altri soggetti politici e, in generale, con i portatori di interesse, in un rapporto non egemonico. Il Partito Democratico parteciperà a tavoli di confronto e gruppi di lavoro con l’umiltà di saper ascoltare e di poter dare un contributo. Parteciperemo e ci faremo promotori di processi di collaborazione senza la pretesa di guidare, ma pronti ad aiutare il raggiungimento degli obiettivi decisi insieme.
Infine il partito che costruiremo agevolerà il rapporto tra i suoi eletti e gli elettori, in entrambe le direzioni. Il PD è orgoglioso dei suoi eletti, frutto del proprio lavoro di selezione e formazione, e gli eletti del PD sono orgogliosi della loro comunità. Ciò significa un lavoro di elaborazione politica fatto con il territorio ascoltando le critiche e le istanze. Un contatto costante per poter comunicare efficacemente il lavoro svolto e per raccogliere le sollecitazioni. Il PD non avrà timore del confronto, anche aspro, tra base e dirigenza, ma i “panni sporchi vanno lavati in casa” e dopo il confronto il partito si compatta e parla ad una sola voce. Basta personalismi e ricerche di visibilità fine a se stessa.
Dobbiamo anche affrontare le nuove sfide di una rappresentanza profondamente cambiata negli ultimi anni. Forse è il momento di trovare un sistema, un nuovo metodo o nuovi strumenti per tornare a mettere nelle mani dei cittadini una parte della rappresentanza che un tempo era lasciata solo agli eletti e agli organismi dirigenti. Forse tra il referendum su tutti i temi e la piattaforma Rousseau dei 5 Stelle, esistono metodologie più serie per riportare più vicino a noi gli elettori e i simpatizzanti.
UN PARTITO A RETE
Nel 2019 non ha più senso una struttura rigidamente gerarchica. Il mondo è cambiato, anche grazie a Internet, e abbiamo imparato che la chiave del progresso sta nel confronto continuo. Il PD del FVG valorizzerà il rapporto tra pari, lo scambio di pratiche, la sperimentazione di nuove forme di inclusione.
Il PD sarà un partito a rete che usa la Rete. Non esiste una divisione netta tra attività on-line e sul territorio. L’azione del PD integrerà i due aspetti in modo da migliorare partecipazione e comunicazione.
Anche il voto online, realizzato con professionalità e usato solo nei casi in cui sono previste votazioni palesi, potrà essere uno strumento da usare per aumentare la partecipazione e la collaborazione.
UN PARTITO AUTONOMO
Si parla molto di questo e se ne parla anche in altre Regioni, crediamo che spesso però si parta dalla conclusione e non dal doveroso inizio. Con il rischio che ciò diventi autoreferenziale e assolutamente indifferente per i cittadini. Per un partito autonomo serve credere nell’autonomia dei territori, serve rilanciare i temi del federalismo e della sussidiarietà verticale, ormai scomparsi dall’agenda politica. Rilanciamoli chiediamo scelte importanti in tal senso al nostro Partito e nell’azione politica. Chiediamo che le Istituzioni più vicine al cittadino tornino a contare di più, che cessi l’emorragia di risorse dai territori verso lo stato centrale.
Farlo in questa Regione per la sua storia, per le sue identità linguistiche e non solo, ed anche per la sua collocazione geografica e le sue prospettive dovrebbe essere fondamentale quanto scontato. Sappiamo che spesso non è così ma i temi del federalismo, dell’autonomia e dell’autogoverno devono tornare ad essere centrali ed il resto sarà solo conseguenza. Per questo vogliamo sperimentare, valorizzando la natura federale del PD e chiedendo per il PD del FVG uno statuto autonomo, che riconosca la specialità della nostra Regione e ci permetta di essere laboratorio anche per il partito nazionale.
Allo stesso tempo dobbiamo essere in grado di ridare slancio alla nostra specialità ed autonomia, costantemente e trasversalmente sotto attacco, certo rivendicando le sue origini storiche e culturali ma anche criticità ed opportunità con cui una Regione di confine come la nostra deve confrontarsi. Non è attraverso “alleanze” con il Veneto ma con visioni e prospettive necessariamente Europee che la nostra Regione e la sua specialità sarà più forte. Non è con richieste alla spicciolata di nuove competenze, più elemento mediatico che altro, che ci renderemo credibili in una reale trattativa con lo Stato centrale. Servono invece priorità chiare e soprattutto una visione complessiva di cosa vogliamo e di cosa siamo in grado di gestire meglio e più vicino ai nostri cittadini.
UN PARTITO DI CENTROSINISTRA
I dati elettorali sono sotto gli occhi di tutti ed hanno segnato la sconfitta di un’intera proposta politica ben più ampia del PD.
Ora possiamo scegliere se attardarci nella richiesta di abiure, nei processi o nei rimpianti postumi o provare a guardare avanti a capire che l’avversario è altrove. Il nostro Partito ha ancora una comunità importante. Altri e sono molti, erano fortemente critici, molti non hanno votato ma ora si chiedono se esiste una reale alternativa a ciò che stanno vedendo. Siamo convinti che la nostra Comunità sia fondamentale per ripartire. E’ irresponsabile chi pensa ad una sua dissoluzione, ma dobbiamo dirci con franchezza che non bastiamo a noi stessi e non è mera questione di sistemi elettorali e nemmeno di sommatoria di sigle.
Dobbiamo con generosità essere attori della costruzione di un’alternativa più ampia di noi, capace di mobilitare le energie migliori della società, l’impegno di chiunque voglia costruire un progetto ed una proposta nuova per il futuro dell’Europa, dell’Italia e della nostra Regione. Dobbiamo sederci con chiunque lo voglia, non è più tempo di recriminare, come speriamo non sia più tempo di attaccare quelli che ci sono più vicini, non servirà rinchiuderci in vecchie famiglie o provenienze, la situazione chiede a tutti un supplemento di generosità, chiede a tutti di capire che la posta in gioco è il futuro dell’intero centrosinistra e del nostro Paese. Serve confrontarsi su errori e su visioni diverse? facciamolo nei luoghi opportuni ed in maniera aspra se serve, ma poi proviamo a costruire una proposta alternativa che parli alle persone e che oggi ha bisogno della passione, competenza ed impegno di tutti.
Il PD ha unito diverse culture politiche. Quel progetto non è fallito ed anzi quello spirito può essere più utile ed attuale che mai. Il nostro congresso è occasione per rinnovare un gruppo dirigente, ma soprattutto dovrà essere l’occasione per parlare ai cittadini, agli uomini e donne che ci vivono accanto.
Accettare ruoli in questo momento, e vale a tutti i livelli, è prima di tutto un atto di responsabilità verso la propria Comunità politica. Permetteteci questa chiosa personale nel nostro caso ad una Comunità che ci ha dato tanto, non solo come opportunità ma anche come formazione e crescita di competenze. Speriamo che questo congresso riparta da ciò; dal Noi e non dall’Io, dalla nostra Comunità, che certo ha bisogno di chi assume ruoli ma che sa che questo è prima di tutto una sua espressione.
Sbaglia chi pensa di vedere in questo congresso occasioni di riscatto, pensa ancora a rivincite o ad affrontare il futuro ancora con la provenienza da “vecchie famiglie” o con appartenenze ad un territorio piuttosto che ad un altro. Significherebbe che non abbiamo chiara la difficoltà della situazione che stiamo vivendo. Non ci sono, oggi, rendite di posizione da guadagnare, ruoli o pesi da rivendicare ma solo un grande lavoro da affrontare.
Queste stesse righe devono essere implementate ed arricchite da subito con il contributo di tutti, con il lavoro fatto dalla Commissione Congressuale e dai territori. Da domani ci attendono Comuni al voto ed elezioni europee, ci attende l’onere di un’opposizione forte mentre costruiamo un’alternativa e questo immenso lavoro potremo farlo solo con un’intera Comunità che ci crede, che invece della dimensione solo critica ritrova il gusto e la passione per il confronto, il progetto e la proposta Politica.