Sanità: riforma Fedriga taglia ospedali
Pascolat e Trevisan: obiettivo vero aprire ai privati
“Meno servizi sui territori, servizi peggiori nel capoluogo: la riforma sanitaria di Fedriga con un’unica mossa dimezza la capacità di accogliere i casi urgenti negli ospedali di rete e aumenta la congestione dell’ospedale hub di Udine. Invece di accedere alle strutture ospedaliere a loro vicine, i cittadini dovranno farsi largo nella ‘congestione’ dell’Ospedale udinese“. Lo afferma il segretario provinciale del Pd di Udine Roberto Pascolat che, assieme al responsabile Sanità del Pd Fvg Roberto Trevisan, commenta la proposta del Piano attuativo locale (PAL) per il 2020 della costituenda Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, annunciata dal neodirettore della Arcs Giuseppe Tonutti, secondo cui si andrebbe al “potenziamento degli ospedali di rete per decongestionare il Santa Maria della Misericordia di Udine sul quale si riversano troppi utenti”.
“Nel prossimo futuro accadrà l’esatto contrario di quanto annunciato e questo – spiega Trevisan – è nei veri piani di Fedriga e Riccardi, che vogliono solo creare spazi alla sanità privata. Senza preoccuparsi che nemmeno i privati saranno in grado di decongestionare l’ospedale di Udine”.”In ogni caso l’ospedale di Udine non si decongestiona – precisa l’esponente dem – smistando agli ospedali di rete la casistica non urgente ma mantenendo in tali ospedali, dove esistono anche competenze cliniche d’eccellenza, le attività sanitarie d’urgenza affinché siano il filtro sanitario che fa arrivare a Udine solo i casi che necessitano di essere gestiti là per la loro particolare complessità”.
Per Trevisan “dei quattro ospedali di rete esistenti nell’area vasta Udinese solo due resteranno veri e propri ospedali per acuti, gli altri lentamente declineranno, i professionisti migliori se ne andranno e alla fine anch’essi verranno declassati a RSA”.