9 Novembre 2009
Liberalizzazioni: i fatti parlamentari in corso, la sinistra (?) caos

ImageAuspico che l’incontro del Circolo PD “Udine 2” di martedi 10 novembre alle ore 20,30 presso la sede di Via Mantova 108/8, non si traduca nella solita “tiritera” di quanti si dimostrano di una disonestà intellettuale evidente.
Traduco: quando si parla del tema “privatizzazione dell’acqua” ogni occasione è buona per sparlare della società Carniacque S.p.A., costituita alla fine degli anni 90, per mantenere e non certo per perdere il controllo del servizio idrico integrato nei comuni dell’Alto Friuli che ne detengono la maggioranza assoluta. Quasi che la società pubblica fosse un’anomalia d’Italia e non un qualcosa di più di un tentativo per mantenere in capo agli enti locali montani del Friuli la gestione della risorsa acqua.
Carniacque S.p.A. è uno dei 5 operatori del Servizio idrico integrato della Provincia di Udine e nel proprio interno ha un partner tecnico che è anche socio di minoranza scelto con gara ad evidenza pubblica nel 1999 (AMGA Udine).
La precitata società, a smentita del chiasso che intorno ad essa fanno Barazzutti ed altri, ha un bilancio in attivo ed opera all’interno della convenzione stipulata con l’ATO Centrale Friuli. Essa tra l’altro pratica le tariffe più basse della provincia di Udine. Tariffe decise dall’ATO medesimo.

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9 Novembre 2009
La Croce nelle mani di Gasparri e Calderoli

di Raniero La Valle (*)

Vorrei dire il mio sentimento riguardo alla sentenza della Corte europea sul crocefisso nelle scuole. La sentenza è ineccepibile: una volta investita del caso, la Corte non poteva che decidere così; infatti in discussione non c’era l’utilità, l’opportunità, il significato, religioso o civile, del crocefisso, la percezione positiva o negativa che dei minori, per lo più ignari del cristianesimo, possono avere di un uomo “appeso nudo alla croce” e, così umiliato e ucciso, esposto alla vista di tutti. Non su questo verteva il giudizio e non su questo dovrebbe svilupparsi il dibattito sulla sentenza, in odio alle ragioni degli uni o degli altri, come ho visto fare anche in giornali amici. Il giudizio verteva sull’obbligo, imposto dallo Stato, di mettere il crocefisso nelle aule scolastiche; come dice la Corte di Strasburgo “sull’esposizione obbligatoria di un simbolo di una data confessione religiosa” nel contesto di una funzione pubblica gestita dal governo. È evidente che a quest’obbligo, derivante da decreti reali e da circolari fasciste che imponevano insieme al crocefisso il ritratto del re, si oppongono tutti i principi del moderno Stato di diritto, le norme della Costituzione, la Convenzione europea e forse anche la Dichiarazione conciliare “Dignitatis humane” sulla libertà religiosa.
Nondimeno vorrei dire il mio sentimento di dolore per ciò che è accaduto e ancor più per ciò che può accadere.
Innanzitutto mi dispiace che ad attivare il procedimento nelle sue diverse fasi, con innegabile tenacia, sia stata una madre di due bambini che è anche socia dell’Unione Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR), il che fa pensare che oltre alla difesa dei due figli da indesiderate interferenze religiose, tra i motivi del ricorso ci fosse un più generale interesse ideologico.

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9 Novembre 2009
5 novembre 1989: ricordando Zaccagnini e la sua profezia sulla caduta del muro di Berlino

ImageIl 5 novembre 1989 moriva Benigno Zaccagnini.
Ricordo di essermi avvicinato alla politica nel 1978 quando Zaccagnini era segretario della Democrazia Cristiana nel periodo più tragico della storia repubblicana, il periodo del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse.
Anch’io come Dario Franceschini e molti altri della “vecchia” sinistra democristiana, dall’anima morotea, mi sento un “Ragazzo di Zac“.
Come non ricordare l’indimenticabile Festa dell’Amicizia del settembre 1977 a Palmanova.
L’11 luglio del 1963, intervenendo alla Camera, Zaccagnini si rivolse a Togliatti con parole profetiche:
“Vi è una barriera che per noi tutte le simboleggia: il muro di Berlino, un muro che per la prima volta nella storia serve non per impedire che altri dall’ esterno penetri, ma per impedire che chi soffre dentro la città di Berlino est possa uscire ed evaderne. Noi sappiamo che anche questo muro verrà abbattuto; e non verrà abbattuto dai carri armati, ma dal cammino travolgente delle idee di libertà, di giustizia e di pace che ovunque avanzano nel mondo”.

Arnaldo Scarabelli

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7 Novembre 2009
NAVETTE NOTTURNE PER GIOVANI E AUTOMOBILISTI
Quella degli autobus notturni, detti anche navette notturne, si è rivelata un’idea veramente utile contro le stragi del sabato sera e soprattutto un servizio molto apprezzato dai giovani. Un grande segno di civiltà adottato ormai da diverse province italiane, ma non ancora abbastanza.
In Italia purtroppo, secondo i dati Istat, i morti su strada sono oltre 5 mila all’anno e 300 mila i feriti, ovvero più di 15 morti e 800 feriti al giorno. Sulla strada avvengono meno dell’1,5% dei decessi annuali che si verificano globalmente in Italia, ma tra i 15 e i 24 anni questa proporzione sale oltre il 40%, costituendo in assoluto la prima causa di morte in questa fascia d’età.
Di conseguenza, l’idea di un servizio di bus notturni che accompagnino e vadano a prendere i ragazzi dal Centro di Pordenone, da discoteche, locali notturni per convincerli a lasciare a casa la macchina e divertirsi con più serenità.
Ma no solo l’inasprimento delle pene del codice della strada accompagnate dalla riduzione della soglia del tasso alcolico, al ritiro della patente, al sequestro e messa all’asta del veicolo portano a fare delle scelte importanti per gli automobilisti di tutte le fasce d’età. Importante sarebbe anche quello di pensare oltre a dei servizi navetta, anche a dei taxi a prezzi contenuti.
Chiediamo alla Regione e alla Provincia di Pordenone di fare la propria parte affinché questo progetto possa essere realizzato in collaborazione con tutti gli enti che gestiscono il servizio di trasporto pubblico.
Evitare incidenti salva una vita, abbassa i costi dell’assistenza, salva il portafoglio di molte famiglie e soprattutto è un grande atto di responsabilità.
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6 Novembre 2009
Pupulin, Gerolin e Brandolin a Pordenone per Codice Edilizia

I consiglieri regionali del PD Giorgio Brandolin, Daniele Gerolin e Paolo Pupulin hanno presentato alle categorie economiche della provincia di Pordenone il Codice regionale dell’edilizia e il Piano casa approvati qualche giorno fa dall’Assemblea.

Il provvedimento è stato illustrato sottolineando innanzitutto le criticità che “il nostro Gruppo – si legge in una nota – aveva da subito sottoposto all’attenzione della maggioranza, purtroppo con limitati risultati che sono serviti comunque a rendere più funzionale la legge”.

Nello specifico, per quanto concerne il Piano casa, Brandolin (sul quale che è stato relatore di minoranza), Gerolin e Pupulin hanno criticato il mancato coinvolgimento dei Comuni e i tempi di attuazione degli interventi edilizi (portati a 5 anni, mentre il PD ne proponeva 3). Non è stata così affrontata nel concreto l’esigenza di accelerare subito i lavori per dare la spinta a un’economia in crisi.

Perplessità anche sul Codice dell’edilizia: interpretazioni troppo articolate e confuse rischiano di aprire contenziosi e di essere accusate di incostituzionalità.

Soddisfazione, invece, è stata invece espressa per la separazione del Piano casa dal Codice dell’edilizia e per la salvaguardia degli strumenti urbanistici dei Comuni (e questo permetterà l’immediato avvio delle azioni previste dal Piano casa sin dalla pubblicazione della legge sul BUR).

I consiglieri del PD hanno inoltre sottolineato la necessità per l’Amministrazione regionale di organizzare degli incontri con gli uffici tecnici e le categorie economiche e professionali per rendere possibile un’interpretazione univoca delle norme del nuovo Codice.

I rappresentanti delle categorie hanno infine evidenziato l’importanza del confronto con la politica e hanno detto di apprezzare la scelta del PD, che per primo ha promosso un’iniziativa di questo genere.

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